martedì 30 dicembre 2008

Anno nuovo.

I propositi ci sono tutti, e sono buoni.
Pe riallacciarsi al post precedente, no, domani non andremo in un bar alcoolico. O almeno spero.
Il programma è quello di andare al 798, il quartiere degli artisti, un'ex fabbrica adibita a centro culturale in cui in ogni blocco c'è una mini mostra d'arte(e non) contemporanea.
Il programma è di andare lì perchè pare ci sia una mega festa, non so altro.
Spero vivamente che non si debba stare all'aperto perchè fa -723094°, e quando tira vento è anche peggio. Ma non credo, perchè i cinesi amano i luoghi caldi e chiusi (non sono mica autolesionisti), e soprattutto amano fumare a pazzi in questi luoghi caldi e chiusi (sì, sono autolesionisti).
Il fatto che non si sappia altro comporta una buona probabilità di fallimento del programma stesso, ma non importa. tutto sarà meglio di quel sabato, sotto la pioggia, passato ad inseguire taxi.

Vi farò sapere.

sabato 27 dicembre 2008

Prontuario1 -negozi-

Macelleria- No, in Cina non ci sono macellerie. O almeno come ce le immaginiamo noi. O almeno come siamo abituati a vederle noi. C'è un reparto carne al supermercato, ma più che repart carne sembra la fiera degli orrori.
Prima di tutto la carne te la pigli tu, in linea di massima, con le mani e la ficchi in bustine di plastica. Se però ti occorre l'espertoaiuto del "macellaio", ci sono un paio di tizi, ma sono addetti solo alle fette di carne particolarmente grosse (mezze mucche, maiali interi e così via).
Poi c'è tutta una serie di strane carni, di strani pezzi di animali. Cose che io finora pensavo fosse umanamente impossibile mangiare.
Appesi a speciali "appendiabiti"una serie infinita di polli e anatre tagliati perfettamente a metà. Non sono cose da mangiare, come diceva saggiamente Ian, ma ventagli.

Questo, ovviamente, nel supermercato.
Se invece non sei una persona chic e fai la spesa come tutti i comuni cinesi, allora la carne la puoi trovare schiaffata su tavoli di legno, magari dal fruttivendolo, graziosamente coperta da uno strofinaccio chiazzato di sangue e olio di macchina.
(ecco la risposta alla tua domanda, cara mamma: ma perchè non vi comprate un pò di carne e ve la cucinate a casa?)

Sali e Tabacchi
Le nostre tabaccherie non esistono. Esiste lo spaccio, che vende un pò di tutti, o luoghi ibrido che si chiamano letteralmente: Alcool e tabacchi. L'amore per l'alcool è parte della tradizione qui in Cina.

Bar
Il bar non esiste. Esistono i "bar alcolici", che sono un misto tra pub, club, e discoteca.
Se quello che vuoi è semplicemente un buon caffè, devi andare in caffetterie specializzate, che esistono ma fanno parte di catene e sono costosissime (starbucks, tous le jours ecc).
La gente qui fa colazione con delle specie di frittate che vendono per strada, schiacciatine ripiene di cipolla, strane erbe, a volte carne, e cosparse di salsa puzzolente.
Per quanto riguarda la funzione rilassante del bar, essa è svolta ormai da millenni dalle Case da thè, luoghi di ritrovo e svago, dove si sorseggia thè, si mangiano semi di girasole (quelli che diamo ai criceti, per intenderci), spiedini di piccole mele glassate (糖葫芦 tang hulu) e, occasionalmente, si guardano piccoli spettacoli casalinghi sul palco del locale.
Insomma, niente a che vedere col bar.

Per quanto riguarda i bar alcoolici è necessario un post a parte.

venerdì 26 dicembre 2008

Tempo

Sono sempre stata un pò in ritardo, su tutto.
Ho capito in ritardo
un sacco di cose.
Per esempio che ero diventata una donna, che dovevo smetterla di vestire e comportarmi come un maschio, che dovevo farmi baffi e sopracciglia.
Ho capito troppo tardi come si doveva fare per non risultare detestabili, ma non ho sempre fatto in modo di prendere provvedimenti.
Sono lenta, carburo davvero troppo lentamente.
Se inizio una cosa, è probabile che un anno dopo ancora non mi sia resa conto di esserci dentro fino al collo.
E poi
sono distratta, approssimativa, con la testa per aria.
Tutto questo per dire che?
Ogni mattina a lezione faccio almeno 5 minuti di ritardo.
E più mi sveglio in anticipo, più faccio ritardo.

Quando esco di casa la mattina, c'è una specie di brina depositata su tutto. Lampioni arruginiti, cespugli tagliati storti, biciclette ammassate qua e là, automobili dell'88.
C'è la brina perfino sulle persone, la mattina.
Quando esco di casa c'è sempre un gruppetto di vecchi, sparsi per il cortile del palazzo, che girano camminano si stiracchiano e quando passo di fretta mi fissano come se fossi uno strano evento perturbante.
E' una questione di tempi vitali. Se dentro di me tutto è estremamente lento, il mio reale ritmo biologico è concitatissimo e per questo i vecchi cinesi, la mattina, proprio non riescono a capacitarsi della mia velocità, della mia frenesia.
Loro sono svegli dalle 5 del mattino, probabilmente si sono già dedicati ad un'ora di Taichi.
Io sono sveglia dalle sette e mezzo e alle otto già mi scapicollo alla ricerca della bici che, puntualmente, mi è stata spostata chissà dove. Ogni giorno in un posto nuovo, sempre più casuale.
come una caccia alle ovette di pasqua e ai conigli di cioccolato. Solo che qua il massimo che posso sperare è che, questa volta, non mi abbiano distrutto qualcosa.
Ma nel breve tragitto che dal portone del palazzo conduce al garage, sono almeno 5 i vecchi che ogni mattina, immobili, mi fissano e con lo sguardo mi seguono, fino a vedermi scomparire in groppa alla bici sbilenca, dietro la prima curva, inghiottita dalla foschia.
I loro piccoli occhi sono solo fessure, i loro cappotti rossi e verdi li tengono caldi in maniera miracolosa. Sono visi marmorei, custodi di una pazienza e di una filosofia di vita a cui io non posso avere accesso.
Soprattutto perchè non mi sveglierei mai alle 5 per fare Taichi.

martedì 23 dicembre 2008

Natale in Cina

In attesa del prossimo cinepanettone (anateeema! ho usato una parola alla Studio aperto)
ecco un vero Natale in Cina.
Per chi di voi che non avesse mai passato un Natale lontano da casa, vi dico io come si sta:
na munnezz.
Il Natale è, già di per sè, una festa che mi porta malinconia.
Ma la malinconia scompare quando ti ritrovi circondato da mille zie, cugini, "zii". Le solite follie, i soliti parenti. La tombola, il cibo per ore ed ore ed ore,le mutande di zia maria, l'alberello da nonna Pia, sbilenco ma ancora vivo, il mio presepe vecchio di secoli...
Sono i momenti in cui amo la mia famiglia, le mie cose, la mia nazione e tutto quello che la mia cultura si trascina dietro.
Quando mi hanno chiesto, quest'estate, se tornassi o no per natale, mi sono detta: ma chi se ne frega!
Sottovalutavo il potere di questa festa. O della mia nostalgia.
D'altro canto non è nemmeno giusto far credere che io sia qui, sola, nella mia stanzetta gelida a piangere sul latte versato (o perso)
Per domani è in programma una cena qui a casa. 12 persone e un sacco di roba da mangiare, tra cui vongole e camembert.
E qualche decina di litri di vino.
BUON NATALE!
圣诞快乐!

domenica 21 dicembre 2008

diario di bordo:congelamento.

Giorni di chiusura ed esilio.
Minima -16, massima -9, che c'è da fare?
Domani però si esce a forza, per andare a scuola. Sarà dura, ma resisteremo!

giovedì 18 dicembre 2008

Magnula zai nar

A grande richiesta, breve spiegazione di un modo di dire comune nei primi mesi di residenza in quel di Beijing.
Tutto nasce dal nome cinese di Manuela, ovvero Magnula. Perchè proprio Magnula e non altro?
A questo non so rispondere, spesso è solo una questione fonetica, altre volte invece ci si basa su ideogrammi più o meno significativi.
Io, per esempio, mi chiamo Madinà, con accento sulla à. Marika si chiama Malikè...e via discorrendo.
Ma perchè non usare i nostri nomi di battesimo?
a questo so rispondere. E' perchè i cinesi certi suoni non li riconoscono (tipo r, n, l...le confondono in continuazine) e, soprattuto perchè bisogna essere in grado di scrivere il proprio nome in ideogrammi, e non esistono ideogrammi che esprimano foneticamente i nostri nomi. Per cui, alla fine, si sceglie il meno peggio.
Eccoci dunque a Magnula, nome d'arte di Manuela.
E "zai nar?"
Zai nar significa "dov'è?", e di per sè il tutto non fa molto ridere, anche perchè una traduzione letterale sarebbe "manuela dov'è?".
E' necessario un racconto breve, ma ve lo dico: se non c'eravate è difficile comprenderne il senso recondito.

Tutto ha inizio nel mese di Settembre, detto anche il mese della cuccagna, mese di bivacchi, di prime conoscenze, di aspettative e passaporti.
In quel periodo con Marika e Magnula si faceva trio fisso, si faceva tutto insieme, e, soprattutto, si facevano le lavatrici.
Un giorno decidiamo di fare la lavatrice, decidiamo un orario "alle 4 da marika", dato che marika è quella col pugno di ferro e la lavatrice più vicina. Abbiamo i gettoni, abbiamo i panni, dobbiamo solo aspettare l'ora stabilita.
Alle 4 dunque mi reco da Marika, con la mia bacinella di panni sporchi (immaginate le facce dei coreani in ascensore), busso infine alla sua porta. Anche lei è pronta, con panni e saponi.
4 e dieci, magnula ancora non si fa viva.
Vabbè, scendiamo a chiamarla.
Salutiamo la compagna di stanza coreana di marika e scendiamo a chiamare magnula. Bussiamo alla sua porta, ma di lei nemmeno l'ombra. Sarà scesa a prendere un caffè?
scendiamo a vedere,nulla.
ma forse è tornata in camera.
saliamo, ma nulla.
ei ma può darsi che ci aspetta in lavanderia!
saliamo ancora, ma la lavanderia è vuota
tutto chiaro: è di certo nella stanza di marika! sarà salita quando noi siamo scese!
presi dalla OVVIA ansia e il più che naturale NERVOSISMO (?)apriamo di tutta fretta la porta della stanza di marika, ma l'unica cosa che vediamo è la povera coreana seduta alla scrivania, sorridente. E marika le fa:
MA MAGNULA, ZAI NAR????
con un tono che nemmeno Bud Spencer nell scene clou.
La coreana balbetta parole senza senso, io guardo marika e scoppiamo a ridere.

In quel mentre, ovviamente, arriva Magnula, sorridente anch'ella. Le spieghiamo tutto l'andazzo e da allora la chiamiamo Magnulazainar, che ci sta sempre bene perchè magnula non è mai dove dovrebbe essere.
Inutile dire che non abbiamo mai saputo dove si fosse cacciata quel dì.

giovedì 11 dicembre 2008

Grande Muraglia I love you

Eravamo rimasti seduti in un pullman iperaffollato, con cinesi appesi pure agli scomparti per le borse.

E infatti eccoci, nei primi due posti del pullmann, che in realtà erano delle due "guide"-manager del viaggio organizzato.

La giovane, una bella ragazza dalla faccia annoita dalla vita, tediata dal lavoro, ptraticamente odiosa, comincia a ritirare i soldi. Come quasi tutto in cina, anche il pagamento del tour è a caso. Ad alcuni ritira 100 kuai, ad altri addirittura 160 ciascuno. A noi solo 80. Mi viene il dubbio che c'è qualcosa che non ho capito, ma lascio correre: l'importante è che si vada alla Grande Muraglia (che d'orain poi, per brevità, chiamerò amichevolmente GM).

Dopo la confisca del denaro, comincia subito la sua alacre illustrazione dei diritti e doveri del passeggero. Accenna a chiedermi se so il cinese (sono l'unica occidentale del pullmann? no, c'è un'altra coppia di cui poi denarrerò le gesta), io rispondo "più o meno" e lei fa: OK.
A quel punto iniziano i 30 minuti del terrore, durante i quali la giovane, senza respirare, bere, cedere ad alcun tipo di distrazione, spiegherà in un cinese velocissimo e pressappoco incomprensibile, i famosi diritti e doveri del partecipante.
Per fortuna alla fine arriviamo in un bel posto, una bella porta antica che prosegue in una muraglia gracile ma coraggiosa, che non teme le rocce spioventi. BELLO, ma non è la nostra meta.
Maccome? Il pullmann non si ferma e ci lascia alle spalle il bel panorama muraglioso. Vabbè ma che sarà mai, in fondo è tutto uguale.

Arriviamo infine alla GM, la meta supposta, ma mica poi tanto, e scopriamo che la guida vecchia è isterica almeno quanto quella giovane. Sventolando la sua bandierina gialla ci dice che saliremo da soli sulla muraglia e che abbiamo precisamente un ora e venti minuti per scalarla perchè alle dieci e mezzo l'appuntamento è al parcheggio. Chi c'è c'è, chi non c'è non c'è.
Rimango allibita, mi avvicino e le chiedo come sia possibile che il tutto finisca alle 10 e mezzo..non era fino alle 5? E lei mi dice che dopo si va alle tombe Ming. Poi mi chiede se conosco quei due, quei due chi? Mi giro. I due unici occidentali del bus, due cinquantenni biondi, incappottati, sorridenti e allegri.

Embè? No, non li conosco.

No perchè loro non parlano una parola di cinese.

Rimango allibita per la 40esima volta oramai. Ma come??E io che devo fare?

SPiegagli quello che abbiamo detto e bada che non si perdano.

Ed eccomi lì, balia di una coppia di 50enni polacchi folli che si sono messi in un tour di cinesi senza capirci una mazza. Sorrido, mi sorridono. Scambiamo quattro chiacchiere, più che altro ce le scambia Marco perchè io sono in preda a dubb esistenziali quali:

LE TOMBE MING?????
e cose del genere.

In più siamo ben consci del fatto che la scalate deve essere veloce e diretta,senz indecisioni e ripensamenti.

Cominciamo dunque a inerpicarci su scale, pendii, a farci largo tra la folla di cinesi, donne vecchi e bambini, affaticati su scalini di mezzo metro, aggrappati ai corrimano, seduti a terra a intralciare il traffico. Ogni tanto mi giro ed ecoli là, i polacchi, felici, sorridenti, inebetiti, ottimisti.
Poi li perdo di vista. Forse sono avanti, forse dietro (in fondo hanno una certa età).
Alla fine arriviamo al capolinea. Le colline aride, la Grande Muraglia che si estende ancora a perdita d'occhio. il paesaggio "brullo", come nella descrizione della Lonely planet.
Qualche foto e poi si torna indietro, per non perdere il bus.

La discesa è più pericolosa della salita, bisogna stare molto attenti.
- chissà quanti cinesi ci sarannomorti qui..-
- per costruirla? innumerevoli...-
- no, per scalarla!-

in effetti non è una passeggiata. E quello che stupisce è la lena con cui certi vecchi ci si arrampicavano su, e l'incoscienza con cui certi genitori ci trascinavano i bambini in lacrime.

Chissà, forse è un rito di passaggio.

Arrivati all'uscita seguiamo un cinese che era nel pullman con noi all'andata, il tizio accelera il passo finchè quasi non scompare tra la folla. Mancano 3 minuti alla partenza, praticamente sembra una maratona. Mi giro e Marco non cè, ma non importa: ormai sono presa dalla folle corsa contro il tempo.
Alla fine giungo al bus, che riconosco solo grazie alle due guide isteriche che si sbracciano
- e i due polacchi?
mi fanno. Ma io non ne so nulla.
marco mi raggiunge, il bus parte e dopo pochi metri vediamo i polacchi all'orizzonte.
Sempre sorridenti, sempre allegri.

Prossima tappa: pranzo.

martedì 9 dicembre 2008

Sotto la panca...

...la capra crepa?

Se è per questo la capra crepa anche senza panca.
Oggi mentre passeggiavamo sotto il freddo pungente, avvolta nella mia enorme sciarpa viola, dopo aver subito l'ironia di mezza classe e di qualche passante ("ma dov'è la tua testa? ahahhahahahahah") e in direzione di un improbabile esame di cinese (ma va?), la mia amica Paola e io notiamo strani movimenti davanti al musulmano.
Il musulmano è un ristorante così chiamato perchè è musulmano. Un ristorante di dubbia reputazione ma non per razzismo verso i musulmani, più che altro per realistica mancanza di igiene e per i modi barbarici di camerieri e cuochi.
Ancora più barbarici di quelli del cinese comune?
si.
In ogni caso si passava davanti al musulmano, rinomato anche per la sua puzza, quando notiamo due enormi carcasse pelose per terra, circondate da cinque o sei uomini in camice da lavoro e cappello da cuoco.
Siamo fuggite via, supponendo che, nella migliore delle ipotesi, i due cadaveri riversi sulla lurida strada fossero capre. Quelle del famoso spiedino di capra dal musulmano.

che Dio li perdoni.

giovedì 4 dicembre 2008

不到长城非好汉

ovvero: "non sei un vero uomo se non hai scalato la Grande Muraglia"


Tutto cominciò un freddo pomeriggio di novembre.
Dopo esserci persi (e ritrovati)negli hutong di Qianmen, ci accingevamo ad uscire dal budello di strade e stradine, per ritrovarci così a piazza Tiananmen e continuare i nostri giri.
Fu così che lo sguardo fu attratto da un cartello che illustrava il prezzo di una gita alla Grande muraglia: andata, biglietto e ritorno, più pranzo, solo 80 kuai.
Un vero affare, dato che sia l'agenzia che i taxi che tutti coloro coi quali avevo parlato mi avevano detto che sotto i 150 kuai era ben difficile trovare qualcosa.
E invece qui, in mezzo agli hutong, una scritta in cinese per cinesiprometteva mari e monti. Sospettosa ho fatto le domande di rito: tutto compreso? certamente! ci venivano anche a prendere sotto casa (sempre secondo l'usanza cinese che i bus vanno a prendere lepersone).
Ci riserviamo di riflettere ancora qualche giorno, ci spremiamo le meningi, ma a conti fatti sembra un affare lo stesso.
COSA POTEVA MAI ESSERCI DI COSì TERRIBILE?
Decidiamo di accettare, in pomeriggio richiamo per accertarmi delle condizioni: saremo con un tour di cinesi, senza guida in inglese (ma che ce frega!meglio così alleno il mio cinese!)la partenza è alle sei e mezzo e il ritorno alle 5 del pomeriggio.
Un attimo per pensare: che cazzo facciamo dalle 6 e mezzo alle 5 di pomeriggio? vabbè, la Grande Muraglia è lontana, poi magari lì ci fanno mangiare pure...insomma, ci sta.D'accordo.Siamo eccitati, contenti, soddisfatti.
Arriva la mattina della partenza, o meglio l'alba della partenza.
Sveglia alle 5, alle sei e un quarto fuori casa perchè la tizia mi aveva detto di farci trovare pronti alle 6 e mezzo. Ma ovviamente alle 6 e mezzo arriva la chiamata del tizio che ci viene a prendere:dove siete?siamo qui, al posto dell'appuntamento, la porta orientale dell'università.
AH ok tra 3 quarti d'ora arrivo.3 quarti d'ora lì e rischiavamo seriamente il congelamento.
Allora lo richiamo e gli dico di venirci a prendere proprio sotto casa e lui sulle prime non capisce dove abito, poi finge di capire e dice che va bene.tre quarti d'ora e sette telefonate dopo finalmente capisce dove abito.
SI presenta un pulmino da 5 posti, in cui però ci sono già 4 persone e ne saliranno almeno altre 5. Soliti cinesi.
Ci porta in un posto sperduto ma raggiunto da metro, dove dopo qualche minuto di attesa ci raggiunge il vero Bus, grande e grosso, carico di cinesi allegri e coglioni come noi.Si parte!
fine prima puntata.

martedì 2 dicembre 2008

Multiculturalità e 饺子(jiaozi)

Rimando ancora un pò l'esilarante episodio della grande muraglia (curiosità a mille!), per fare una riflessione estemporanea.
Nella mia classe ci stanno un inglese un francese e un napoletano e non è una barzelletta, è davvero così. Tranne che di francesi ce ne stanno due e poi c'è una thailandese che assomiglia ad un pesce, due Messicani, un Ecuadoregno, un austriaco, un'australiana, un'iraniana, due mongole, due coreane, una kazakha, un uzbeko loschissimo, una ceca, tre giapponesi e una perugina.
Io adoro i giapponesi, mi piacciono un sacco. La mia compagna di banco è giapponese, e anche il ragazzo seduto dietro di me è giapponese. Lei è un bel pò silenziosa, molto seria e molto dolce, di classe, lui invece è un chiacchierone alto un metro sessanta (peserà 50 kg), iperattivo e simpaticissimo. Nelle pause tra un'or e l'altra se non chiacchiero con la perugina (Paola, che in realtà è per metà olandese) parlo sempre con loro o li ascolto parlare il loro placido giapponese. A volte ai loro discorsi si aggiunge un terzo nipponico, venuto a fare visita, la cui velocità nel parlare è pari solo a quella di uno spagnolo.
Ed è successo oggi, allo scadere della terza ora, proprio all'inizio della pausa. Ho sentito tutta insieme la bellezza di questa fetta della mia vita.
I due giapponesi che parlavano giapponese, i due francesi che parlavano francese, i suoni delle varie lingue che si mischiavano, la familiarità della lingua madre, l'estraneità della lingua straniera che però diventa magicamente suolo su cui piantare nuovi semi, sorpresa, gioia.
E' tutto così diverso e al tempo stesso familiare, affascinante e casalingo.
La mia vita in questa enorme città da cui nessuno si fa inghiottire, in cui gli abitanti continuano imperterriti a muoversi su bici arruginite, con la loro arte di sopravvivere vecchia di millenni, la mia vita qui è serena.
Sento gi stimoli, lo scorrere del tempo che da un lato è tiranno, dall'altro è un amico che mi riporterà presto a casa dagli affetti, dall'amore di chi mi ha visto crescere e sa come sono.
Tralaltro, a arte questa epifania nel banco di scuola, la mia positività deriva anche da bel pomeriggio passato a cucinare i 饺子(jiaozi) insieme alle language partners mia e di marika, e a un altro cinese loro amico. Cinque persone, di cui una totalmente incapace in tutto ciò che esiste di minimamente pratico (chi sarà mai), a imbottire i ravioli di erbe, verdure, carne e ingredienti che non saprei come definire. Alla fine, dopo molte ebollizioni e altrettanti inzevamente, ecco pronti i famosi "ravioli al vapore" o jiaozi o 饺子,per chi se ne intente. Puzzolenti ma davvero buonissimi.
Dopo aver mangiato i cinesi sono fuggiti via, cordialmente e amichevolmente. Li abbiamo invitati ad una cena italiana, una cosetta semplice che non abbiamo ancora deciso.
E' stato bello, si, anche se adesso la casa puzza un pò di verdure cinesi e ci sono avanzati talmente tanti jiaozi che possiamo mangiarci altri due giorni
loro hanno detto "teneteli voi, li mangiate domani a colazione!"
certo, li inzupperemo nel caffè.

mercoledì 26 novembre 2008

sera

北京欢迎你
Beijing ti da il benvenuto

questo mi hanno cantanto i lavoratori, mezzi fuori il tombino, mezzi dentro, avvolti nei loro cappottoni verde deprimente.
Ma loro erano allegri, all'una di notte, a scavare nel tombino di fronte casa mia, e a vedermi scendere dal taxi mi hanno accolto così. Cantando.

sono stata felice.
e tral'altro oggi in cielo si vedevano anche le stelle.

venerdì 21 novembre 2008

me VS i cinesi (atto III)

I Cinesi non la faranno franca, mai.
E questo è il punto di partenza per ogni discussione.
Il punto di arrivo, probabilmente, è l'esatto opposto.
Fattostè che nonostante i plurimi e reiterati tentativi di imbrogliare la sottoscritta, essi non l'hanno sempre avuta vinta.
Ma parliamo delle volte che, invece, l'hanno avuta vinta, che sono di gran lunga le più divertenti.

Come per esempio quella splendida mattina nebbiosa a Luoyang...
Dopo lunghi minuti d'incertezza mi ero finalmente decisa a comprare due bei biglietti del bus, tratta Luoyang-Xian perchè la cosa sembrava conveniente. Tempo previsto 4h, due ore in meno del treno, partenza prevista: 9.30 ,stessa ora del treno. Tra l'altro avevo parlato con le mie amiche che mi avevano garantito che il bus magar sì è un pò più costoso ma è comunque comodo e più veloce.
Suvvia! vada per il bus!
sul biglietto era addirittura scritto "partenza: 9.00". Ci rechiamo dunque in netto anticipo alla postazione dei bus, che più che un parcheggio mi ricorda tanto una bisca clandestina o un cub per soli uomini.
Facce losche ovunque, uomini che fumano in silenzio le loro sigarette puzzolenti, in gruppetti di cinque sei.. Ogni tanto scatarrano.
- mi scusi, per Xian?
il tipo mi guarda con sorriso di scherno (sarà solo il primo dei sorrisi di scherno)
- si è qui, è qui-
saliamo sul bus. passano i minuti, le mezzore, e di partenza neanche l'ombra. Il bus si affolla di uomini, donne e un bambino che, tipo scimmia, si appende ad ogni sedia, ad ogni appiglio possibile, e urla contro il nonno (che tra l'altro ride)insulti e parole incomprensibili.
La gente si ammassa anche sotto al bus, il gruppo di uominichefumano si infoltisce. Tutti in silenzio, ad osservare un punto lontano, immersi in chissà quale pensiero, faccenda importantissima. Si, ma che aspettiamo? Dov'è l'autista? PErchè non si parte?
In maniera molto costumata mi accingo a chiedere a quello che pareva essere l'autista a che ora è in programma di partire, ma il tizio seduto al volante sorride e lo va a chiedere di sotto, a uno del gruppo di uominichefumano. Tutti rispondono all'unisono che fra mezzora si parte. Ma sono già le dieci.
Mi arrabbio, povera occidentale, perchè sul biglietto c'è scritto le 9, perchè la partenza è stata rimandata alle 10? Nessuno mi risponde, ridono. Uno prende il mio biglietto e mi fa "è sbagliato"
come sbagliato?
vado alla biglietteria, dalla biglietteria mi mandano da una tipa in divisa che a sua volta mi accompagna da un altro in divisa che mi riporta dal gruppo di fumatori. Timidamente, col mio biglietto tra le dita, al gruppo di uominichefumano chiede "perchè non partite se la partenza era alle 9?" QUelli ridono, gli danno pacche sulle spalle, dicono mezze frasi a bassa voce e io capisco: non c'è nulla da fare.
Imbestialita risalgo sul bus e cerco di calmarmi. Non tanto il ritardo, che alla fine ci può sempre stare, ma la totale assenza di rispetto per il cliente (per non parlare del maschilismo, ma ok, lasciamo stare..)questo mi ha lasciata perplessa. Era chiaro che non ci trovavamo a BEijing.
Alla fine siamo partiti alle 11, ma solo dopo aver caricato due o tre passanti dalla strada, perchè a quanto pare così si fa qui in Cina.
Tutto ciò mi ha fatto sì imparare che non c'è da fidarsi degli orari dei bus,nè tantomento dei loro autisti, ma mi ha fatto anche toccare con mano quanto la Cina sia davvero un paese anarchico.
altro che comunismo, qui tutti fanno un pò come cazzo gli pare.

(a breve su questo stesso blog: il tour organizzato alla Grande Muraglia. Non perdetevi l'ennesima fregatura presa dalla sottoscritta)

mercoledì 19 novembre 2008

sono malata

sto a pezzi. la stessa malattia che mi è venuta 2 volte in italia ecco che si ripropone in cina.
influenza di stomaco...bah.
speriamo passi presto.

venerdì 14 novembre 2008

Riflessioni

La Cina è un paese pieno di contraddizioni.
E fin qui ci siamo tutti.
Televisione giornali libri più o meno vecchi, studi più o meno approfonditi, tutti dicono la medesima cosa.
Ma io non parlo e non posso permettermi di parlare di grandi fenomeni, di economia, di slittamento culturale e cose di questo tipo, posso solo parlare della mia vita di tutti i giorni, della vita di uno studente straniero in una Beijing carica di aspettative, puntata verso il cielo, pronta ad esplodere in mille luci saettanti.
E' davvero così, come dicono?
Di certo guardare le cose con un minimo di distacco a volte aiuta, quindi il mio viaggio a Luoyang e Xian è servito, oltre a staccare un pò dalla vita pechinese, dallo studio e dallo stress, anche a disegnare con più precisione i contorni della mia città d'adozione.
uscita dal torrente per un secondo ho guardato i pesci saltellare contenti e ho visto la corrente portare tutto più lontano.
Nella stazionedi Xian, in partenza per Beijing, una ragazza della mia stessa età ha attaccato bottone. Si parlava di prezzi, di aumenti, di Olimpiadi e di apertura all'occidente.
Io le ho fatto vedere la mia giacca, comprata per 80 kuai, e mi sono lamentata del prezzo eccessivo: i venditori di Pechino non contrattano più come una volta, sotto un certo prezzo non scendono più. E sono sempr prezzi più che dignitosi, è diventato difficile fare un vero affare.
La ragazza mi ha subito detto che 80 kuai sono tanti, ma, per essere Pechino, sono davvero pochi. oramai la capitale è sbocciata, è passata di livello, è diventata un punto di arrivo, un obiettivo per tutto il resto della cina. Per tutti gli altri vagoni del treno. Quella ragazza era stata a Pechino solo una volta e non faceva altro che lodarne la bellezz, la pulizia, la qualità della vita.
A Luoyang invece si parlava col tassista, di Luoyang, di cibo, di Cina, d turismo eccetera
lui mi confessa che non è mai stato a Beijing. Me lo dice in modo strano, su mia richiesta, e poi cambia subito argomento. Gli chiedo se per caso trova che Beijing sia troppo lontana e lui dice no, sono solo 10 ore di treno, la distanza geografica non è poi così tanta.
E in fatti la questione non è nemmeno più la distanza geografica, ma quella culturale.
beijing è davvero troppo diversa, troppo "chic" su certe cose, troppo pragmatica e moderna su altre. Ma nonostante tutto il rispetto per questa città non ha niente a che vedere con lo spavento, con il distacco che alcuni sembrano avere per Shanghai. Non che esistano solo queste due città (tral'altro proprio Xian sta inseguendo Beijing in unalotta all'ultmo sangue, a colpi di turismo, restauro ed edilizia), ma per quanto riguarda la corsa verso l'eccellenza, verso la modernità e l'avanguardia, Beijing e Shanghai sono decisamente in prima linea.
Ma quello che penso io è che Beijing, al contrario di Shanghai, continui a tenere saldamente due piedi in una scarpa. Da una parte la tradizione, la cinesità, la cultura, dall'altra il fermento, la corsa verso l'esterno, la distruzione del passato.
La famosa contraddizione di cui tutti parlano, in questi termini o in termini più precisi.
Camminando per il mio bel quartierino studentesco, con i miei soldi in banca a rassicurarmi, mi guardo attorno nella foschia inquinata. Mi bevo la mia birra costosa in pub, mi compro il mio maglioncino a prezzi che i venditori ormai non traggono più alcun vantaggio a contrattare.
se vado in centro c'è Tiananmen, se mi muovo un pò in giro trovo orde di cinesi che tentano di parlarmi in inglese per impararlo. In stazione, in metro, tutto è così ordinato e ben organizzato da dare un certo senso di soggezione.
Eppure tutto ciò non mi era così chiaro prima di arrivare a Luoyang, percorrere le sue strade buie, il suo smog senza speranza.
Una città sporca, disperata, che si arrampica sui suoi grattacieli grigi per respirare un pò di cielo.
Forse ho sbagliato, si sarebbe dovuti andare a maggio quando i fiori sbocciano ovunque (uoyang è famosa per i suoi Mudan, fiori bellissimi e multicolori), ma comunque non è poi così importate.
Siamo andati poco fuori lLuoyang, a Longmen, a vedere le grotte di Buddha scolpiti nella pietra. Ne è valsa la pena, davvero. E anche il mercato notturno,di cibi di ogni tipo, di spiedini speziatissimi.
Le strade erano buie per chilometri e di polizia nemmeno l'ombra.
Qui a Pechino c'è un poliziotto sotto ogni palazzo.

giovedì 13 novembre 2008

Mi gira la testa

e un pò anche tutto il resto.

mercoledì 5 novembre 2008

Obama presidente!

Approfittando che ho un pà di tempo scriverò poche righe.
Sono stati giorni intensi (ma non lo sono sempre? a quanto pare no)..
Ho avuto gli esami, ben 5. 1 Grammatica (scritto), 2 grammatica (orale), 3 ascolto, 4 discussione di topic da soli e in coppia, 5 lettura, comprensione del testoe scrittura.
I risultati sono stati alcuni previsti, altri totalmente inaspettati (ma a pensarci abbastanza prevedibili). Per esempio ho preso 99.5 all'esame di lettura, comprensione del testo e scrittura. Beh...almeno tre anni di università a qualcosa devono pur essere serviti, no?
anche l'ascolto è andato bene, al contrario delle aspettative disastrose.
Comunque poco importa, ormai è andata!
Stasera si parte per Luoyang, seconda tappa Xian.
Vi farò sapere.

lunedì 20 ottobre 2008

Il battesimo della casa

ovvero come non fare una mazza, ma farlo con stile

Ebbene sì, lo ammetto, sono una sfaticata.
Sono una sfaticata pigra e anche un pò paracula.
Ma che ci posso fare? A me non fare un benemerito piace parecchio.
Ed era infatti venuto il sacrosanto momento del battesimo della casa, che ancora non sentivo abbastanza mia. Il momento è arrivato questo weekend, periodo durante il quale i miei coinquilini avevano programmato una gita fuoriporta con obiettivo SCALATA DEL MONTE TAI (ciao ragazzi, ci vediamo poi).
Il rito si è consumato tra quest mura, in quas religioso silenzio.
Il vestito era quello adatto: maglione fino alle ginocchia, pantalone di tuta e ciabatte a forma di grossa fragola. La pettinatura anche: capelli legati a crocchia. Per non parlare degli occhiali, ovviamente ben saldi nella loro posizione.
Il tutto si è consumato tra venerdì pomeriggio e domenica notte, un tempo breve ma intenso.
In questo lasso di tempo ho preso possesso della casa, mi sono stravaccata sul divano, mi sono fatta due docce di mezzora circa ciascuna, ho fatto pipì senza scaricare, non ho lavato i piatti fino a che non ho deciso, in piena notte, che era ora di lavarli, ho sparso carte e cartacce e merendine per tutta casa. Infine ho pulito tutto: bagno cucina stanza. Ho fatto due lavatrici, ho messo apposto i vestiti. E poi giù, di nuovo caos, d nuovo pigiama. Ho cucinato alle 5 del pomeriggio melanzane e patate, ho provato le uova cinesi e UDITE UDITE le galline cinesi hanno lo stesso culo di quelle italiane.
Ho bevuto acqua, caffè, thè. Mi sono scaricata canzoni, le ho messe a tutto volume. Ho anche studiato, molto, e dormito, altrettanto.
Infine mi è tornata la voglia di un volto umano, di aria fresca, di scambiare chiacchiere.

Per un attimo mi è sembrato di stare nella mia adorata casetta di Gaeta, piccola piccola, umida umida, a misura di me e dei miei ritmi.
Ma era solo un sogno.
La vita non è a misura di me, questa casa non è mia, è ANCHE mia.
Mi sono dovuta rivestire, ho dovuto di nuovo guardarmi dentro e guardare fuori, rimboccare le maniche e assaporare una solitudine che non sa di abitudine, di privacy, di pausa, ma che sa di verità, ostacolo, lotta.

E' finita la pacchia, si torna sulla terra.

giovedì 16 ottobre 2008

Famiglia

Oggi è una giornata molto bella. Fa caldo, il cielo è limpido e chiaro, si respira.
Tornavo a casa da scuola, quando ho visto una coppia di barboncini bianchi e snelli saltellare fuori da in palazzo.
Subito dopo due uomini, uno de quali teneva in braccio una grossa scatola. I due cani gli giravano attorno, correndo qua e là, saltellando, mettendosi su due zampe.
nel frattempo mi sono avvicinata, l'uomo si è fatto aprire dall'altro la portiera della macchina e ho potuto intravedere, mentre abbassava lo scatolone, un mucchio di cucciolotti in fermento.
I due barbonicini avevano tteggiamenti diversi.
Uno, sicuramente la madre, saltellava senza posa, guaiva, si metteva su due zampe. L'altro stava in piedi, occhi fissi sulla scatola, concentratissimo.
Gli stavano portando via i figli, i loro amati cuccioli.
per un attimo ho pensato a mia madre e a mio padre, il cui atteggiamento in questa situazione può ricordare quello dei due barboncini (tranne che mia madre non guaisce..urla).

però io ritornerò, i cucciolotti non credo proprio.
che tristezza.

me VS i cinesi (atto II)

Post di riassunto delle precedenti puntate, più che altro rubrica.
La lotta contro i cinesi continua, senza esclusione di colpi.

Ricapitolando, nell'ultima settimana
1) mi hanno messo internet. Adsl, per due persone.
Correlato a questo fatto un altro episodio ridicolo..... aspettavamo sto tipo che ci doveva attaccare internet dal 1 ottobre, si presenta l'8. ok, pazienza. Parla con marika, io non c'ero, le dice delle cose. Quando torno ce ne andiamo a comprare delle misteriosissime carte per ricaricare il telefono ma una volta comprate non sappiamo che farci. Inoltre non sappiamo chi pagare e soprattutto perchè, se non abbiamo ancora pagato, abbiamo la linea internet e telefonica.
Mistero risolto il giorno dopo, veniamo a sapere per vie traverse che tutto è stato pagato dal nostro agente. Ma ancora una volta problemi, ovviamente. la nostra sudatissima linea adsl permette la connessione di un unica persona alla volta, e in casa siamo tre.
Per cui chiama il tizio di internet, che ovviamente non viene. chiama il tizio(l'agente) che chiami il tizio, infine il tizio arriva. Io ero fuori, con un nuovo amico cinese coosciuto in quell'istante. Lo porto a casa per le consuete due ore di lezone (metà in italiano metà in cinese) e ci ritroviamo che siamo in sette nel salotto.
Il tizio di internet si era portato due tizi, tra cui il nostro agente (redivivo! era scomparso per giorni), marika, francesco e infine io e il mio cinese spaesato. Il tizio ovviamente ci chiede ulteriori soldi per comprare un modem che permetta la connessione a due,ben 130 yuan (13 euro) e allora noi incazzatissime MA NO MA SU MA DAI MA SICURO NE TROVIAMO UNO A MENO I SOLII IMBROGLIONI VEDONO LE OCCIDENTALI E LE VOGLIONO FOTTERE MALEDETTI
interviene il mio amico cinese, tralaltro un ragazzotto alla moda, col capello stirato rossiccio, gli occhiali fescion e il giacchetto america style e fa: no ma io questo l'ho pagato il doppio cazzo.
cosa?
si, io ce l'ho uguale a casa, l'ho preso per la connessione
ma davvero e quanto l'hai pagato?
200.
abbiamo pagato e amen.

2) mi hanno rubato la bicicletta. Ho ritrovato la bicicletta, con lucchetto messo dal ladro, un simpatico umorista. presa da un raptus di follia me la sono portata a casa, lucchettata e buona.
e' rimasta poi giorni parcheggiata nel corridoio, abbandonata, quasi diementicata, soppiantata dal più sensazionale evento della rapina in casa.
ma oggi sono stati presi provvedimenti.
- francesco, dammi una mano-
francesco la teneva dietro, io avanti e così ce ne siamo andati passeggiando per il quartiere di Haidian, coi cinesi che ci guardavano con un misto di ilarità e sospetto.
e francesco gridava
- siii siamo ladri l'abbiamo rubata ora!!!-
siamo infine arrivati al punto che mi era stato indicato da una mia compagna di classe esperta (è qui da anni...perchè è nella mia classe? boh.), ma di ripara bici neanche l'ombra. Vedo un tipo losco che si accende loscamente una sigaretta
- mi scusi, conosce una persona che ripara bici?
- che ha la tua bici?
- un lucchetto
ci guardiamo furtivamente, mi porta un negozio dicendomi che non si può fare nulla che lui non può fare nulla, poi mi porta da un tizio che, scuotendo la testa con disapprovazione, mi dice che non si può fare ma intanto mi porta da uno che mi sega via il lucchetto per 3 kuai, 30 centesimi di euro. Grazie mille. e adesso?
e' stato a quel punto che lo spirito napolegno ha preso possesso di me: ADESSO RITINTEGGIAMOLA. NON LA RICONOSCERA' NEMMENO CHI L'HA MONTATA.
ora è rossa, molto carina, parcheggiata ovviamente in un altro posto (non certo dove l'ho persa, non certo dove l'ho ritrovata), poco più lontano comunque. Ho pure pagato 3 kuai per questo parcheggio, custodito 24h su 24...me li posso permettere 3 kuai al mese, almeno così sto tranquilla.
Da questa faccenda ho imparato che i cinesi sono ladri, i cinesi non sono furbi, i cinesi sono omertosi, i cinesi per i soldi farebbero di tutto e quindi i cinesi sono uguali ai NAPOLETANI!

ma vi ho fatti maledetti bastardi!
fuck chinese
fuck bad luck

martedì 14 ottobre 2008

e ancora una volta:che sfiga.

Sono entrati dlla finestra, approfittando dell'unica ora in cui non siamo stati in casa.
Alle 7.30 sono uscita, per raggiungere Tony Manuela e Candle al ristorante giapponese, alle otto e mezzo, nove meno un quarto ero qui.
Ho incrociato francesco davanti al palazzo, tentava di far capire alla piccola quardia, 16anni al massimo, che non è in grado di parlare cinese. Allora la guardia, vedendomi, ha spiegato a me cosa voleva: dei soldi italiani, per la sua collezione.
Gli do 10 centesimi, la prima cosa che riesco a rintracciare nel buio e torno a casa.
Francesco sale per un secondo, poi escono di nuovo, lui e Marika, per fare un giro, per festeggiare il compleanno di Francesco.
Ritornano alle 11, io vado subito a letto perchè domani scuola. A mezzanotte circa Francesco mi bussa alla porta, con mano pesante: Martì che per caso hai visto i miei soldi?
Mi spiega, affannato, che erano tutti lì, 360 euro cambiati in rmb, nel cassetto della scrivania della loro stanza.
All'inizio è il panico, Francesco è giustamente teso, angosciato, incazzato. E sinceramente dubitavo anche io che potessero essere entrati dei ladri....i nostri pc erano ancora lì.
consiglio di andare a denunciare la cosa e torno a letto, dopo una mezzoretta di scavaggio a destra e a manca.
Non immaginavo che all'1 di notte sarebbero entrati tre poliziotti, tra cui un ispettore dalla faccia seria ed esperta, a investigare da noi.
Ci hanno fatto domande, hanno trovato risposte. Alla fine, per forza, doveva essere stato uno nel palazzo, che conosceva le nostre abitudini. I vicini? Mai visti.
Scopriamo poi, apendo il frigo, che il ladro ha preso anche una lattina di coca cola. Oltre al danno la beffa.
Ma da dove possono essere entrati?
Marika aveva lasciato la finestra del terazzino aperta. Non spalancata, semplicemente non chiusa col lucchetto protettivo.
e in cucina? anche. aveva lasciato la finestra un pò aperta, per la puzza.
Abbiamo guardato nel lavandino, con la trcia hanno illuminato un'impronta. Precisa, nel lavandino.
Risolto il mistero, alla CSI.
Si sono scusati, ci hano promesso ronde notturne, si sono raccomandati di chiudere sempre col lock e anche le tende e a limite di portarci i soldi dietro.
Poi sono andati.
Io non lo so, in realtà, cosa fare. Il computer, i soldi, la finestra, il complice, la guardia del palazzo, i vicini, la polizia... povero Fracesco, certo.
Nella sfortuna siamo state fortunate che la finestra era piccola e i computer troppo grandi. Ma che tipo di fortuna è? c'è da stare tranqilli?
Di certo non entreranno quando siamo in casa, hanno aspettato 15 giorni il momento propizio.
di certo non credo torneranno subito, almeno. Di certo ora sanno che d'ora in poi chiuderemo sempre, nasconderem o ci porteremo dietro i soldi. Di certo sanno della polizia. QUindi forse stiamo più sicuri ora che prima.

mah.
ma sono supposizioni

lunedì 13 ottobre 2008

经历(aggiornato)

E' da un pò che non scrivo. Da due giorni ho di nuovo internet, ma la voglia di scrivere è poca.
Andando a ritroso nel tempo, comincerò col raccontare che ieri è venuta in quel di Pechino la mia amica Giovanna, Giovè per gli amici,Zhuangzi per gli aficionados.
In ogni caso è venuta, ecco. Con Jeff, il suo uomo. Mi risparmio commenti, ovviamente positivi, perchè son cose private, ma in generale è stata una bella giornata e mi ha fatto davvero piacere vedere una faccia amica. Una vecchia amica.
Una persona a cui non devi spiegare niente e ti guarda con amore anche se ti metti le dita nel naso. Che poi Giovanna non è "una persona"..è lei. Mi rende davvero serena.
D'altra parte non è che io sia agitata o cosa, anzi, sto cercando di rilassarmi per combattere la gastrite.
ed è qui che viene la parte bella del post: il MASSAGGIO RILASSANTE.
ebbene si, avevo deciso di concedermi un ora per me: giorni frenetici, problemi irrisolvibili, misteri insondabili, dolori imperturbabili. Era arrivato il momento del massaggio.
Ian erano tra l'altro sei giorni che ogni tanto buttava in mezzo l'argomento, per cui alla fine si è andati a fa sto massaggio.
Snceramente la cosa mi ha interdetta.
Prima di tutto risultava che dovessimo farlo tutti insieme, maschi e femmine. Io ovviamente sono diventata blu e ho cominciato a balbettare frsi in tutte le lingue. alla fine ian se n'è andato, lasciandoci sole nella nostra nudità.
in seguito sono entrati due tipi che hanno cominciato a massaggiare me e Jenny. Bah. Io non so come sono i massaggi, è stata la mia prima volta, ma in ogni caso a me mi ha abboffata di paccheri.
E ogni volta che cercavo di rilassarmi mi dava una decina di paccheri, MALEDETTO. Ma almeno sono utili? non lo saprò mai. Fattosta che mi ha picchiata più di tutti. Sarà la mia ormai famosa faccia di cazzo a istigare alla violenza?
un popolo mite come quello cinese poi...chi l'avrebbe mai detto.
In ogni caso, i generale, apparte la violenza fisica subita, buon tre quarti del massaggio me li sono goduti. certo poi ci sono stati momenti di grande ilarità...non sapevo di soffrire il solletico al ginocchio.

ore 21.53.
appena tornati dal giapponese, dove ci siamo recati per cena. mangiato numero una torta al salmone e altro pesce non identificato numero due zuppa solita.
ma non è questa la cosa importante. La cosa importante è che ho ritrovato la bici dispersa.
quale bici dispersa? eh già, gentili lettori, perchè la qui presente oramai non si ritiene già più meramente sfigata, ma proprio MALEDETTA. qualche divinità mi odia.
ma andiamo con ordine: la bici.
Eravamo rimasti che ero diventata ciclista, il mondo mi sorrideva, mi sentivo una vera beijinger eccetera. bene: un pomeriggio improvvisamente scompaiono tutte e tre le bici. panico, angoscia.
Mi reco in solitudine (marika e il ragazzo erano fuori a girare la città), col diluvio universale, a vedere se qualcuno mi aiuta. In cinese spiego la sparizione, mi suggeriscono di andare nel garage.
Mi reco nel "garage" una specie di cimitero per le biciclette e rimango allibita: le avevano sganasciate e portate lì sotto perchè dove le avevamo parcheggiate non andava bene, chissà perchè. Ovviamente lucchetto andato.
mi riprendo la bici, firmo.
E la lascio nel garage sotto casa, custodito.
il mattino dopo: sparita. La guardia mi fa: ma non avevi il lucchetto. e io: MA VAFFANCULO.
maledetti cinesi. Prima mi sganasciano e poi mi deridono! Insomma, mi avevano fatto la bici. A me, ovviamente, a marika e a francesco no, nonostante nemmeno loro avessero il lucchetto.
Il tempo è passato, i giorni sono trascorsi e oggi, come per incanto, ecco che ritrovo la mia bicicletta, ovviamente con lucchetto altrui. Non ci ho visto più.
era lei, con tanto di cestino sganciato (causa incidente stradale....ehm), il cavalletto ancora plasticato, l'assenza di fanalino posteriore, il colore, la marca, il manubrio inclinato a destra, il freno destro allentato al'ingiù. Era lei.
Non ci ho visto più, l'ho caricata in spalla.
ora in corridoio abbiamo una bici con lucchetto.
ma la soddisfazione di aver tolto la MIA bici da sotto le chiappe di qualche stronzo, non ha prezzo.

martedì 7 ottobre 2008

primi vagiti

I giorni frenetici sono solo un ricordo. Vivere in casa dona una grande tranquillità e un grande pigrizia.
Escluso il trasloco e le grandi pulizie che più o meno si sono concluse attorno al 4...
ora stacco perchè il pc non è io.
spero prorio che breve avremo la connessione.
adieu

mercoledì 1 ottobre 2008

cambiamenti

Esco da casa, che non è ancora mia ma quasi. Mi incammino pe tornare al dormitorio,mi aspetta una mezzora di strada,in silenzio.
Ogni palazzo è adorno delle consuete lanterne rosse, oggi è la festa della repubblica.
sciami di famiglie cinesi, numerosissime, percorrono la strada verso il ristorante di turno..sono le sei e mezzo, ora di cena.
Infatti è notte, notte piena, i lampioni diffondono sulla strada a quattro corsie una luce fioca, bloccata dallo smog, come lo sono i miei polmoni.
attraverso usando il ponte pedonale, incrocio un sacco di facce, un sacco di tossi, qualche sputo.
Penso che il ciclista è uno stano ibrido, non è pedone, non è automobile.
Non ha una vera e propria corsia, o almeno quasi mai, e sui marciapiedi rischia quasi sempre di investire un pedone o di essere investito. Va contro mano, i suoi semafori sono sempre diversi dagli altri e a quanto sembra non sempre ci azzeccano.
Eppure il ciclista, proprio per questo, è il re della strada. Al rischio corrisponde il premio: il ciclista a Pechino può tutto.
Ed è per questo che domani comprerò una bici.
per questo e perchè mi sono rotta le palle di coprire distanze infinite a piedi.

domenica 28 settembre 2008

festa nazionale

Forse non tutti sanno che
il primo ottobre, in Cina, è la festa della Repubblica.
e qualcuno dirà
sticazzi
e io risponderò
dannata ignoranza! affosserà il mondo!
e aggiungerò che non è come quella italiana, qui la gente fa sul serio.
Una settimana di vacanza, pellegrinaggi al mausoleo di Mao, l'intera Cina in fermento.
io ovviamente me ne star qui alle prese col trasloco. E spero con un letto soffice e morbido, devo andare in letargo-

venerdì 26 settembre 2008

uggesù

oggi per scambio ho mangiato lingua di porco.
e fino a che non ho capito che era lingua mi è pure piaciuta!
poi ho ragionato un pò, solo un pò. Cosa potevano mai essere quell, se non papille gustative?

uggesù.

martedì 23 settembre 2008

llueve

sfruttando la mia profonda conoscenza dello spagnolo ho scritto il titolo al post.
Per chi non comprendesse questa complessa e così astrusa lingua, piove.
Ma non solo piove---si gela.
In ogni caso non si gela come si gelerà fra un mese, quindi in realtà fa ancora caldo (è tutto relativo)
ieri parlavo con la mia tenera coreana (che tra l'altro ha anche un nome. che non ho capito) e mi sono resa conto che mi mancherà. E non solo.
Mi sono resa conto che sto imparando davvero molto e davvero in fretta.
In realtà oscillo tra momenti di disfattismo e grande umiltà (porc zozz trozz merd fancul) e momenti di piena soddisfazione, unita alla sempreverde umiltà-caratteristica che mi contraddistingue-(beh però vedi, faccio progressi..dal non capire una mazza al non capire un tubo! il tubo è più piccolo della mazza. ce la possofare!)
A parte scherzi c'è davvero da chiedersi che cazzo ho combinato per tre anni. A parte prendermi una laura e comprarmi i libri e imparare a tradurre i racconti brevi dei più grandi scrittori cinesi, cosa ho fatto?
Non è sarcasmo, dico sul serio. Al terzo anno mi sono ritrovata ad essere piuttosto brava a leggere e a tradurre e un cane a parlare e a sentire. Una roba di pazzi.
Tra l'altro la grammatica del secondo anno...bah. Totalmente passata di mente. Poi aggiungici l'anno che non l'ho studiata, tra laurea ed esami della specialistica. Uguale= livello monnezza.
Ma nonostante tutto, nonostante le mille giustificazioni piùo meno discutibili, non sarei dovuta essere ad un livello così basso.
D'altro canto scopro che è una situazione comune all'italia intera e forse anche all'europa, se posso permettermi.
Guardandomi attorno mi rendo conto che c'è davvero una voragine tra lo scritto e l'orale.
In classe mia ci sono ragazzi che parlano fluentemente, che conscono una quantità inverosimile di parole, eppure i caratteri, la grammatica..totalmente incapaci.
Viceversa noi studenti italiani sembriamo avere una buona base grammaticale, ma a parlare facciamo pena. Qual è la soluzione?
prima di tutto essere qui. Essere qui è davvero bello.
in secondo luogo non arrendersi. Come in tutte le cose, ok.
Però per quanto riguarda questa è particolarmente importante: ragazzi non abbattetevi e avete passato due, tre anni sui libri, a spaccarvi la testa sul cinese e poi venite qua e non capite nemmeno ni hao. Il tempo che avete passato a studiare cinese non è affatto perduto! La nostra situazione è paradossalmente la migliore perchè c'è solo da rispolverare le basi impolverate e mai testate di un cinese che sembra nuovo e sconosciuto e inarrivabile MA NON LO è!
Ecco la mia esperienza (ma con chi sto parlando?). Giorno per giorno, ora per ora, delusione per delusione, sto riscoprendo le mie basi, i miei anni di studio e su quelli sto costruendo nuove cose, cose più vere e più vive, il cinese parlato, le inflessioni, i modi di dire, i gesti.Per non parlare della capacità di arrangiarsi, di cogliere il senso di un discorso di mezzora da una sola parola.
e poi l'umiltà...
quando calci nel culo, quanto schifo da ingoiare tutti i giorni. E il critico peggiore sono sempre, ovviamente, io.
Zittito lui, però, c'è davvero da divertirsi.

domenica 21 settembre 2008

pausa

Molti si chiederanno (ciao mamma, ciao papà) che fine abbia fatto la mia vita sociale.
Si parla di burocrazia, di disavventure linguistiche, di coreane, di uccelli gatti e lezioni.
Ma il resto?
insomma, la vita ggiovane, che fine ha fatto?
questa è decisamente una buona domanda.
Fino ad un paio di giorni fa avrei risposto NON C'è!
Al momento credo di poter dire, con discreta lucidità, di avere una moderata vita sociale.
A parte che questo venerdì mi sono addormentata alle 10 di sera e tutte le mie amiche sono uscite e sbronzate e divertitissime uauauaua e poi sabato, quando ero io quella che voleva uscire e divertirsi, erano distrutte e quindi "ragazza serata tranquilla, una coca cola al bar"
A parte che da quando sono qui sono uscita la sera ben 2 volte, la prima mi sono ritrovata su una specie di cubo circondata da cinesi porche che si strusciavano l'un l'altra come in un simpatico video di britney spears. Mi sono dovuta ritirar per evidente disabilità.
La seconda volta, ovvero una settimana fa circa, siamo andate a vedere un nostro amico ballare e, sinceramente, du palle. Ancora con "mueve la colita" e "suavemente"....balli che si portavano nell'estate del 2001.
Ah poi certo sono uscita ieri sera, ma ovviamente era serata "ragazze stasera tranquillo perchè ieri CHE VITA".
In ogni caso............forse è il momento di spiegare con chi me la faccio. Insomma, chi sono ste ragazze.
prima di tutto ci sono Marika e Manuela detta magnula, o anche magnula zai nar? (storia lunga che forse un giorno narrerò), le mie migliori amiche di pechino.
Il resto si divide geograficamente:
Le fiorentine: 5 ragazze di firenze, tutte simpaticissime e alla mano
Le milanesi: x ragazze di milano (quante sono? boh. ne conosco solo due. le altre sono mute)
le romane: dette anche i fantasmi. le avremmo viste tre volte, vagare per il palazzo in cerca di ferri da stiro (???)
gli americani: ma che lingua parlano? sono tre. Due maschi e una femmina. Li ho conosciuti meglio oggi, non so dire molto. pare che siano antipioggia.
le coreane: speciale razza a parte. passano le mattine e le sere a mangiare patatine al polpo e spalmarsi strane creme in faccia
ora ho fretta
a presto

giovedì 18 settembre 2008

me VS i cinesi (atto I)

Probabilmente ciò accade in tutti i paesi.
In effetti in Italia mi è capitato più di una volta di chiedermi "ma perchè l'impiegato pubblico non è in grado di ragionare?"
D'altronde quando ti accade in Cina, risulta particolarmente urticante.
L'idea, per esempio, che per fare, chessò, un visto, ogni carta debba passare nell mani di sette persone differenti e che senza il timbro della terza, arrivato all'ultima si deve ricominciare da capo....beh, mi snerva.
Ma la cosa che più mi snerva è la faccia di marmo inespressiva di certe impiegate che solo perchè sanno duedicodue parole di inglese si credono il Buddha amithaba. Con quella faccia sono capaci di dirti (e non dirti) qualunque cosa. E di solito ripetono:
- non fare domande, fai come dico io o non fai-
Quando mi ha detto o firmi o te ne vai mi è sembrato di essere proiettata in uno di quei racconti che ti fanni studiare a letterature cinese III,ambientati durante la Rivoluzione Culturale. per un attimo ho temuto veramente la deportazione nelle campagne.
Non potevo fare alcuna domanda, le mie domande la snervavano e soprattutto deviavano dal discorso principale. Molti cinesi vivono coi paraocchi.
Ora, a parte tutto, la burocrazia è più o meno così ovunque...ma ho notato che i cinesi in quanto a inventiva scarseggiano assai.
For example
in classe spesso ripetiamo a memoria, chi devia dalla frase del libro non sempre è bene accetto...
per non parlare del mio amico cinese con cui faccio "language exchange"
ogni volta mi porta il suo grazioso libricino delle elementari..e guai a chiedergli cose che non sono nel testo. Non si arrabbia, nè entra nel panico. Semplicemente non risponde e continua a ripetere le frasi del libro.
Come along my little duckling
Non sa dire quanti anni ha, ma di certo sa dire paperotto.

domenica 14 settembre 2008

我感冒了

Credo di essermi ammalata.
E credo che sia stata la mia compagna di stanza a mischiarmi. maledetta. E' sempre colpa sua
(però in realtà le voglio bene....ogni volta che mi incontra mi saluta)
che brutto essere malati quando è festa. O forse è peggio essere malati e dover andare a lezione per forza, non so.
fattostà che, come diceva il libro, l'autunno è decisamente la stagione migliore per vivere a pechino.
Il tempo è fresco, tira un piacevole venticello ma si può ancora andare in giro con le scarpe aperte.
ieri notte però c'è stato una specie di tifone, all'improvviso. Tutte le biciclette parcheggiate in cortile sono cadute, una dpo l'altra, abbattute dal vento. Come il domino.
E' scoppiato a piovere e sono corsi tutti a ripararsi al dormitorio.
La mia compagna di stanza e l'amica si erano rintanate nella stanza, per l'appunto, facendola risultare troppo piccola per tutte e tre (ma quanto sono grosse le coreane??), per cui sono scesa giù, nella Hall.
Avevo anche parecchio da fare, tra internet, telefonate eccetera.
Ed ero anche molto stanca, con panza tanta per la mangiata celebrativa..
io e marika ( mia futura coinquilina) eravamo state invitate dal "proprietario" del nostro futuro appartamento a cena fuori, per festeggiare il contratto ma soprattutto la Zhongqiu jie, la festa di metà autunno. tradizionalmente in quest'occasione le famiglie mangiano la kaoya, e noi abbiamo ovviamente mangiato la kaoya(anatra arrosto, piatto tipico pechinese). Ci siamo spanzate, sia per il numero di piatti ordinati, sia per le figure di merda varie- bacchette che sfuggivano dalle mani, fraintendimenti linguistic ecc-.
Al mio ritorno, come già preceentemente narrato, era scoppiato il tifone e mi sono ritrovata le coreane in stanza he si mettevao lo smalto, come nei film americani.
Quando ho detto che avevo mangiato la kaoya mi hanno fatto "ah come ti invidio". Beh, in effetti è molto buona. Perfino Marika, da che non voleva proprio mangiarla, si è divorata tre porzioni.

Dopo questo bel quadretto folkloristico vi lascio, invitandovi alla prossima festa nazionale, la festa della repubblica.
Anche per quella si mangia la kaoya.

venerdì 12 settembre 2008

festa di metà autunno. olè.

al paninco era seguita eccitazione, all'eccitazione consapevolezza.
Ora è la fase della delusione, della stanchezza.
Da oggi inizia la festa di metà autunno, che comprende anche lunedì.
Meno male.Non è salutare questo ritmo, nè questo mio modo di prendere le cose così di petto.
E' giusto che mi riposi un pò.(sperando che la mia coreana se ne vada da qualche parte sto weekend che non c'ho proprio genio)

mercoledì 10 settembre 2008

Considerazioni:

1) il tempo qui passa più velocemente
2) non c'è mai tempo
3) i giapponesi sembrano avere della zampette precarie su cui si reggono a stento. Camminano quasi barcollando, come se da un momento all'altrodovessero cadere dai loro piccoli storti trampoli.Però sono dolci.Ho un compagno di classe giapponese che mi saluta 4 volte al giorno
4)il gatto del campus (in realtà ce ne sono due, ma l'altra è una gatta, forse castrata) è in calore.
5)la guardia del cancello del dormitorio credo abbia un debole per me. Avrà si e no quindici anni e mi chiede in continuazione di dove sono.
6) I cinesi non sono tutti furbi. Ieri uno di loro mi voleva per forza convincere che 4000 x 3 (12000 se la matematica non è un opinione)è meno di 3600 x 3 + 3000 (13800). Quando si è poi reso conto che stava dicendo una cazzata, l'amico lo ha preso per il culo mezzora.E' per questo che loro sono così tanti.
7)ieri notte c'era una festa tra i coreani del mio piano. nel silenzio assoluto, proprio mente stavo crollando nel sonno, scoppia una risata folle.Probabilmente una festa a sorpresa. Loro si che riescono a fare le feste a sorpresa....

martedì 9 settembre 2008

I can get satisfaction

eccomi qui Zai Beijing xuehui shenghuo.. ( a pechino a imparare a vivere..)

Oggi sono elettrica, iperattiva, ottimista.
FInalmente le cose sembrano mettersi bene.

fin dal mattino ho capito che sarebbe stata una buona giornata: una gazza (o qualcosa di molto simile) bianca, azzurra e blu scuro cangiante mi è atterrata a poca distanza. Era davvero bellissima.
Mentre la guardavo e, lo ammetto, pensavo a come facciano a sopravvivere questi animali in quest'aria così densa e irrespirabile, ho incontrato una ragazza italiana.
O meglio, mi sono ficcata nella sua conversazione con un'amica, senza volere (le stavo superando)
Questa ragazza mi ha detto che forse si libera il suo appartamento e che quindi io e la mia amica potremmo andare da lei.
Allora mi è stato tutto chiaro, improvvisamente. L'aria si è come diradata e, giuro, mi è pars di vedere addirittura un gatto tra i cespugli.
non c'è mai stato alcun problema!
erano giorni che mi angosciavo, alla ricerca di questa maledetta stanza, con la paura di rimanere in mezzo a una strada se non rinnovavo la prenotazione al dormitorio (una fila di mesi per cercare i entrare nel dormitorio in cui sono, ma io me ne voglio andare)
insomma.
Dopo varie ed eventuali peripezie, mi ero arresa a cercare con calma, aspettando che qualche divinità mi potesse aiutare. e a limite.... andiamo! non sarei rimasta in mezzo a una strada!
oggi questa ragazza mi ha illuminata. E' così: fare le cose bene, con serenità, calma e soprattutto sicurezza in se stessi.
Le stanze sono tante, le opportunità abbondano.
Tornata a casa si è messo a piovere, ma avevo il kee-way. Me ne sono andata in giro spensieratamente alla ricerca di alcune necessities, sotto la pioggia acida...
possibile che la carta igienica costa un euro e venti??? più dell'Italia.
e i biscotti perchè sanno di soia anche se sono alla vaniglia?
Ho portato anche i vestiti a lavare, sono proprio una brava bimba.
In più abbiamo fatto svariate telefonate, sia per la questione "stanza",sia per quella "language exchange".. ho trovato un cinesino a cui insegnare inglese in cambio di cinese. Domani lo vedo...ma chissà. Per telefono sembrava un deficiente.
Però voglio anche il fudao, una persona che paghi e ti sta ore a ripetere le stesse frasi fino a che non memorizzi.
Devo sfruttare questo tempo il più possibile.
Qua sono tutti intasatissimi. Cinque ore minimo di studio al giorno. E a forza di vivere qui ti rendi conto che è proprio vero, per cui la giornata viene scandita dagli appuntamenti d lavoro e studio.
Si diventa cinesi, tante formiche laboriose.

lunedì 8 settembre 2008

ce la posssiamo fare.

post di esordio per un nuovo blog.
creato appositamente per eludere la censura c****e.

fuck