martedì 23 settembre 2008

llueve

sfruttando la mia profonda conoscenza dello spagnolo ho scritto il titolo al post.
Per chi non comprendesse questa complessa e così astrusa lingua, piove.
Ma non solo piove---si gela.
In ogni caso non si gela come si gelerà fra un mese, quindi in realtà fa ancora caldo (è tutto relativo)
ieri parlavo con la mia tenera coreana (che tra l'altro ha anche un nome. che non ho capito) e mi sono resa conto che mi mancherà. E non solo.
Mi sono resa conto che sto imparando davvero molto e davvero in fretta.
In realtà oscillo tra momenti di disfattismo e grande umiltà (porc zozz trozz merd fancul) e momenti di piena soddisfazione, unita alla sempreverde umiltà-caratteristica che mi contraddistingue-(beh però vedi, faccio progressi..dal non capire una mazza al non capire un tubo! il tubo è più piccolo della mazza. ce la possofare!)
A parte scherzi c'è davvero da chiedersi che cazzo ho combinato per tre anni. A parte prendermi una laura e comprarmi i libri e imparare a tradurre i racconti brevi dei più grandi scrittori cinesi, cosa ho fatto?
Non è sarcasmo, dico sul serio. Al terzo anno mi sono ritrovata ad essere piuttosto brava a leggere e a tradurre e un cane a parlare e a sentire. Una roba di pazzi.
Tra l'altro la grammatica del secondo anno...bah. Totalmente passata di mente. Poi aggiungici l'anno che non l'ho studiata, tra laurea ed esami della specialistica. Uguale= livello monnezza.
Ma nonostante tutto, nonostante le mille giustificazioni piùo meno discutibili, non sarei dovuta essere ad un livello così basso.
D'altro canto scopro che è una situazione comune all'italia intera e forse anche all'europa, se posso permettermi.
Guardandomi attorno mi rendo conto che c'è davvero una voragine tra lo scritto e l'orale.
In classe mia ci sono ragazzi che parlano fluentemente, che conscono una quantità inverosimile di parole, eppure i caratteri, la grammatica..totalmente incapaci.
Viceversa noi studenti italiani sembriamo avere una buona base grammaticale, ma a parlare facciamo pena. Qual è la soluzione?
prima di tutto essere qui. Essere qui è davvero bello.
in secondo luogo non arrendersi. Come in tutte le cose, ok.
Però per quanto riguarda questa è particolarmente importante: ragazzi non abbattetevi e avete passato due, tre anni sui libri, a spaccarvi la testa sul cinese e poi venite qua e non capite nemmeno ni hao. Il tempo che avete passato a studiare cinese non è affatto perduto! La nostra situazione è paradossalmente la migliore perchè c'è solo da rispolverare le basi impolverate e mai testate di un cinese che sembra nuovo e sconosciuto e inarrivabile MA NON LO è!
Ecco la mia esperienza (ma con chi sto parlando?). Giorno per giorno, ora per ora, delusione per delusione, sto riscoprendo le mie basi, i miei anni di studio e su quelli sto costruendo nuove cose, cose più vere e più vive, il cinese parlato, le inflessioni, i modi di dire, i gesti.Per non parlare della capacità di arrangiarsi, di cogliere il senso di un discorso di mezzora da una sola parola.
e poi l'umiltà...
quando calci nel culo, quanto schifo da ingoiare tutti i giorni. E il critico peggiore sono sempre, ovviamente, io.
Zittito lui, però, c'è davvero da divertirsi.

1 commento:

Volso ha detto...

e vogliamo parlare del tuo perfetto accento americano?