lunedì 30 marzo 2009

ecco un post assolutamente neutro, carico di facezie e assolutamente apolitico

chissà se il titolo ha depistato le frz dell'rdine.

Iniziamo, comunque, con qualcosa di neutro.
Per esempio..
in questi giorni, da brava studente (visto di studio, durata un anno), ho studiato. Ecco.
Domenica ho passato circa 5 ore, in un bar pieno di studenti disinteressati, destabilizzati, apoliticizzati, concentrati esclusivamente nella meorizzazione di un numero indefinito di ideogrammi. Sì, ero tra loro a scrivere un modesto saggio di 500 caratteri sulla contraddizione esistente tra lo sviluppo economico e la protezione dell'ambiente.
Mi ci sono spaccata la testa, chiedendomi ogni 3 minuti, cosa cappero si possa dire su un problema del genere. O almeno, cosa si possa dire che non si esaurisca in due o tre righe
voi occidentali avete una logica completamente diversa
mi ha detto la mia amica Sofia, cinese, avvocato, dopo aver letto il mio scarno saggio.
Guarda, cara Sofia, non so se esserne tanto dispiaciuta.
in un certo senso mi scoraggia davvero tanti sapere ch, probabilmente, non riuscirò mai a scrivere nulla di decente in cinese.
Ogni volta che mettevo insieme una frase più complessa, più carica di significato, Sofia mi diceva che era scritta bene, parole giuste, grammatica perfetta, ma noi cinesi le cose non le diciamo così.
e ogni volta che poi lei mi ripeteva la frase, come l'avrebbe detta un cinese, non mi ci ritrovavo. Mi sembrava mancasse sempre qualcosa, o che il senso fosse distorto.
Alla fine ho mandato tutto all'aria, scritto e riscritto mille volte, cercando d trovare una strada mia, che mi portasse verso la mente di un cinese.
Sono giunta ad un risultatao piuttosto soddisfacente, essendo la prima volta per me, (ricordo il semestre passato i temini su: cosa hai fatto nel weekend), tanto che Sofia mi ha fatto i complimenti, ridendo...e lei non è una facile ai complimenti.
non ho ancora ottenuto la correzione, credo che la prof ci metterà un pò a leggere tutto, ma non importa perchè so di aver dato il massimo e so che la prossima volta saprò fare di meglio.

Il secondo evento positivo della settimna è stato l'esame di oggi, per cui ieri ho saltato una lezione e studiato tutto il pomeriggio. Eravamo un gruppo di 4 persone, ma come accade sempre in queste situazioni, T. e io ci siamo ritrovate sole a fare tutto il lavoro, a scambiarci file su gmail e chattando su facebook.
T. è una ragazza di circa 30 anni, Israeliana, è qui col marito che lavora in Università, in Israele, e frequenta la mia stessa classe. E' una ragazza in gamba, molto pratica, ironica, acuta. Quello che mi ha colpito fin dal primo momento sono gli occhi svegli, attentissimi a cogliere qualsiasi cosa. E la fede al dito, certo.
Ci sono poi Y., anche lui sui 30, greco, fidanzato e prossimo al matrimonio con una cinese che ha conosciuto qui, e S., finlandese e biondo, che quando non capisce cosa dico mi dice "pardon".
Con questo gruppo ci siamo presentati all'esame, e il professore ci ha fatto molti complimenti, siamo stati il gruppo migliore della classe (questo anche perchè y. ed io l'abbiamo vista come un'occasione per dimostrare la nostra abilità recitativa...ovvero:come gesticolano un greco e un'italiana)

ma passiamo le cose serie.
Tornando dalla vittoria, ci siamo fermati ad un bar a prendere un caffè. Si parlava del più e del meno quando chiedo ai ragazzi se sanno qualcosa a proposito della censra di youtube. Inizia uno dei discorsi più spaventosi della mia vita.
Mi sono sentita una povera deficiente caduta dalle nuvole.
Perchè no, la dittatura non si sente per nulla, finchè svolgi una normale vita da ameba. Ma già quando cominci ad interessarti di più a certe cose, puoi aspettarti di tutto.
E loro sanno tutto.
Da dove vieni, come la pensi, dove vai la mattina,a che ora ti ritiri la sera. Controllano, leggono tutte le linge.
E detta così sembra una cosa normale, da "tipico"paese in cui vige una ditattura.
ma dopo la discussione di oggi, dopo i racconti che ho sentito, temo anche che dopo aver scritto questo breve post mi venga staccata la linea internet, o mi venga proibita la connessione al mio stesso blog.
Ma mi prendo questa responsabilità, io non sono nessuno, non ho nessuna conoscenza speciale, nè bandiera politica.
Sono una straniera che si è accorta della dittatura perchè non puo più andare a vedere i video musicali su youtube, e che non ne sa nulla del sangue che scorre dietro le vie principali i questa bella e pulita città. E di tutto il dolore del Tibet. E dell'asfissia.
Non poter parlare, comunicare,aprire il proprio cuore e la propria mente alla verità, è assolutamente inumano.
E non poter nemmeno parlare di cose semplici, vere, piccole. La verità terrorizza il potere, e i cinesi hanno messo dei semi ovunque, come delle piccole bombe che fanno saltare qualsiasi sistema comunicativo se solo fai un passo falso.

Ho paura.

lunedì 23 marzo 2009

Aggiornamenti

Ultimamente le cose non mi sono andate molto bene.
Mi sentivo decisamente uno straccio, internamente.
Ma per fortuna il tempo passa, e ce n'è voluto relativamente poco, per tornare ad un buon livello di lucidità e, perchè no, felicità.

Al momento però mi trovo a ragionare (tossendo e starnutendo)su tutta una serie di cose, inerenti al percorso di studio, ma anche no.
Per quant riguarda il cinese, non mi sento per nulla soddisfatta. Il mio livello di cinese orale lo trovo essere pari a quello di quando sono partita a Gennaio. Il che significa che potevo stare anche sei mesi, e la cosa non mi consola per nulla.
Forse però è solo un effetto dovuto alla mia asfissiante autocritica, la mia mancanza dioggettività per quanto riguarda i risultati di studio. Forse, semplicemente, i progressi sono più lenti.
Passare dalla totale ignoranza a un buon livello di comunicazione di base è certo un salto enorme, piuttosto appariscente, anche per chi lo vive sulla propria pelle.
Il consolidamento e l'approfondimento della conoscenza, sono invece elementi più difficili da individuare.
E comunque una lingua, e specialmente la lingua cinese, è fatta di mille sfaccettature.
Il corso che sto frequentando da un mese rappresentava una sfida piuttosto grossa.
Ho passato il primo semestre con la coda di paglia riguardo il basso livello del corso a cui ero (sì, ho studiato tre anni, no non so nulla), non studiando per nulla e dedicandomi solo a incontri con tre, quattro cinesi a settimana. Incontri sulle prime per nulla proficui.
E infine ho conosciuto Sofia, la luce (folle) sul mio difficile e ombroso cammino.
E ok, ho superato l'esame di fine corso studiando poco e niente, ma poi? Ho deciso di provare l'esame per il "salto"(saltare un semestre e passare direttamente al corso successivo), un esame che mi aspettavo fosse una formalità ma che invece ha impegnato tutte le mie risorse mentali e fisiche, costringendomi ad un prematuro sonno dalle otto di sera alle otto del mattino del giorno successivo. L'ho passato. Buona cosa, certo.
Ma ora?
Ora eccoti ad un corso in cui TUTTI sono più bravi di te.
Eppure, a pensarci bene, era così anche all'inizio del corso del primo semestre, le cose si son aggiustate solo in itere.
Giorno per giorno ho poi scoperto che non proprio tutti sono più bravi di me e in un mesetto credo di aver recuperato buona parte delle lacune..
nonostante tutto non mi basta, ovviamente. Non mi basta mai. E non so come fare, in realtà, a fare più di quello che già faccio.
Forse dovrei studiare di più..ma studiare cosa? Il cinese è una lingua, non la si può imparare sul libri. E allora fuori, per strada, a parlare! Ma a parlare di che? del tempo?
è un cane che si morde la coda, e io ce ne passo di tempo a mordere la mia.
è diventata tutta spelacchiata.

Si aggiunge poi che non c'è più Marika. Cosa non da poco.
Stare con Marika mi faceva bene allo studio: vederla studiare, impegnarsi, uscire ad incontrarsi con le cinesi, spronava anche me ad evitare pigrizie superflue
Mi faceva bene all'umore: c'era, a casa. Ogni volta che sono stata male, negli ultimi mesi, lei c'era ad ascoltare pianti, sfoghi, e tutto il resto. Certo, abbiamo avuto anche noi i nostri problemi...non è sempre stato così, ma dopo due mesi e passa di alti e bassi, la situazione si era stabilizzata su un piano affettivo profondo.
Adesso quando sto male e mi sento sola devo prendere la bici, arrivare fin laggiù, al dormitorio, dove devo mettermi a parlare in inglese. E poi siamo tanti, si finisce che certo, mi distraggo, sto meglio, ma perdo anche tanto, troppo tempo. E si creano rapporti dispersivi.
Mi faceva bene alla vita: Marika era il metro per misurare la pigrizia e la nullafacenza. lei metteva i vestiti a lavare a mano, io pure. lei li appendeva tutti ordinati, io mi ci impegnavo, per non fare brutta figura. lei cucinava, io lavavo i piatti. lei puliva, io mi dileguavo.
adesso, che sono sola, devo essere sul serio il metro di me stessa. Marika è stata un pò una via di mezzo tra una mamma e un'amica, adesso invece ci sono davvero, solo io.
Soltanto me a cui badare, soltanto io a decidere per tutto.
Lavare pulire spendere scegliere studiare uscire piangere.

Ed è appena cominciata.

domenica 22 marzo 2009

uff

è tornato il freddo e mi sono presa il raffreddore.
dannazione
(cough cough ecciù)

martedì 17 marzo 2009

E'arrivata

Non vorrei illudermi, ma stavolta pare sia proprio vero.
Il pesco del cortile del campus è fiorito: è arrivata la primavera.
Improvvisamente, in maniera stupefacente.
Gli uccelli cinguettano e si accoppiano, le persone pian piano si spogliano, come le cipolle, degli strati più pesanti.
C'è gente che ovviamente va già in giro con gli infradito.
Li vedi, omaccioni di due metri, biondi, provenienti da sponde nordiche ancora ghiacciate, con quei piedoni candido-rosati nudi. Dei porcelli in movimento, non sono dei piedi.
E poi canottiere su canottiere.
Per quanto riguarda le donne, ci sarà poco cambiamento. Le ragazze russe e cinesi non si sono mai fatte spaventare, nemmeno con -15.
Uscivano di casa con quelle gambe bianche, avvolte da sottili strati di calza di nylon (che io sospetto cosparsa di sugna e strutto, per tenere più caldi), anche con le tempeste di neve. E ovviamente tacchi a spillo.
Ho invidiato la loro temperatura corporea, suppongo pari a quella di un vulcano in eruzione, ma non le invidierò più quando sarà arrivata anche l'estate. E lì voglio proprio vedere che combinano.
Fattosta che abbiamo avuto, pare, anche la prima delicata tempesta di sabbia.
Devo dire non mi sono accorta di nulla, ed è positivo dato che erano due settimane che mi sentivo un pò in allarme per un articolo letto sul giornale a proposito delle tempeste di sabbia. Uomini e donne accecati da chili di sabbia del deserto mongolo. Mi immaginavo già a barattare la mia bici per un cammello.
E invece no, non bisogna mai essere troppo catastrofisti.

A parte l'arrivo della primavera, di novità non ce n'è molte. Mi sono promessa di essere più felice e lamentarmi meno, soprattutto dopo aver visto la presentazione di dieci minuti fatta da un nostro compagno di classe proveniente da NIENTEPOPODIMENOCHE la Corea del Nord. Ovviamente una presentazione di cosa,se non della Corea del Nord?
Cosa dire delle diapositive? alcune erano risalenti senza dubbio agli anni 70, altre palesemente ritoccate,ma non al computer, a mano, tanto da dare un effetto solerossocomunista dipinto nel cielo, normalmente grigio e deprimente.
bambini che corrono fuori da scuole che sono cubi color smog, e che ridono, con le loro camicette rosse. E tengono per mano il presidente, che a sua volta ride, felice di essere in un paese che sembra un incubo distopico.
Però l'istruzione e le cure mediche sono gratis, sottolineava il povero compagno, che si scusava di non avere foto più recenti dell'85. Adesso, diceva, i palazzi sonopiù alti.
I soli dueedifici storici rimasti sembravano essere due pagode alla cinese da cui, sottolineava orgogliosamente il compagno, sparavamo i nemici in tempo di guerra.
Alla fine mi è venuta voglia di adottare il piccolo amico nord coreano, e sono riuscita perfino a pensare
ei, ma la Cina è un paese democratico.

Effetti collaterali di un porco mondo.

venerdì 13 marzo 2009

Perplessità

Dopo tanti mesi in Cina, è consolante sapere che mi stupiranno sempre.


http://www.youtube.com/watch?v=lcFaZgcVj2I

tremendo.
Questo tizio è il cantante più popolare della Cina.

giovedì 12 marzo 2009

sinceramente

Il mio ultimo post ha sollevato un interessante dibattito sul valore dell'Italia. Sinceramente non era mia intenzione, ma avrei dovuto aspettarmelo.
In realtà non mi aspettavo una tale reazione patriottica da parte dei miei genitori
in Italia hai avuto l'opportunità di diventare quello che sei!
Conosci poco l'Italia! A piedimonte matese c'è il paradiso terrestre!
Lo so, cari mamma e papà, che l'Italia non è solo la spazzatura di Napoli. E so anche, tralaltro, che nemmeno Napoli è poi così male.
La mia era una provocazione, forse un pò dura ma di certo legittima, per quanto riguarda la sensazione che noi "giovani"(vecchi dentro) abbiamo nei riguardi del futuro: sconfitta.
E' una sensazione generale, intestina, che striscia ovunque e non ci abbandona mai.
L'Italia...
tutti sanno che noi, in un certo senso, siamo dei grandi. Quando si parla di arte, per esempio. Un altro di quei luoghi comuni, che però fa piacere. Italia paese di artisti, di inventori, di geni!
Si beh, certo.
E sorrido bonaria.
Niente da dire.
Abbiamo un bel passato, denso, saldo e sicuro. Un buon punto di partenza dal quale spiccare il volo...in teoria.
Ma non che Israele o la Grecia siano meglio, ed è vero che noi italiani ci lamentiamo troppo, ma il problema più che lamentarsi è reagire, è svegliarsi.
Io sono qui per svegliarmi e farò il possibile per reagire, ma davvero qui la sensazione è che tutto sia possibile (tutto tranne rimanere più di un mese, con un visto turistico).

domenica 8 marzo 2009

Al bar

C'erano un greco, un finlandese, un'israeliana e una napoletana al tavolo di un bar.
Era un bar carino, decisamente, all'occidentale.
In quel bar si servivano caffè di ogni tipo e dolci dall'aspetto particolarmente invitante, il che non è una cosa frequente in quel di Pechino.
Il bar si trovava praticamente all'incrocio più famoso del distretto di Haidian, il distretto universitario, ovvero Wudaokou. Stesso nome della fermata della metro.
A wudaokou c'è di tutto, bar, pub, librerie, negozi di vestiti alternativi, karaoke, e in uno di questi posti fatti su misura per gli stranieri, c'erano anche 4 compagni di classe, ritrovatisi per motivi di studio.
Lo studio divenne presto un mero pretesto per discutere ciascuno del proprio paese e, come sempre, cercare di smetire certi luoghi comuni.
Il greco e l'irsaeliana ridevano dicendo di essere entrambi della stessa famiglia, medio-orientali, soprattutto la ragazzo sottolineava che israele nonostante la pretesa di essere europa farebbe meglio a chiudere la bocca ed essere fiera di essere medio-orientale
il finlandese, biondo con gli ochi azzurri, invece non cercava affatto di smentire i luoghi comuni sulla perfezione del paesi nordici, al contrario continuava a fornire esempi di correttezza, rigore, legalità.
E poi io. Ebbene sì, la napoletana ero io.
Circa dieci anni in meno degli altri, con un inglese povero povero.
E mi sono accorta che io, del mio paese, non ho nulla di bello da dire. I miei compagni di classe ormai sono abituati al sarcasmo con cui rispondo alle domande della professoressa sul mio paese (quella donna è fissata, ogni lezione deve chiedere ad ognuno "e nel vostro paese?")
insomma, loro ridono, pensano che io esageri. Ma purtroppo non esagero.
E poi ridono perchè si chiedono come sia possibile, Berlusconi. Ahah, la barzelletta d'europa.
Posso solo scuotere la testa e ripetere che l'Italia è un paese di idioti, ma almeno si mangia bene.

sabato 7 marzo 2009

hey

Dopo una chiacchierata col mio amico Ian, mi copro la testa con lo scialle rosso, per proteggere il povero orecchio leso, e mi metto alla ricerca della mia bici.
L'avevo consegnata al mio amico Jass, che, rimasto shockato dalle condizioni in cui l'avevo ridotta, si è preso la briga di ripararmela.
Poi me l'aveva parcheggiata in cortile, a suo dire.
Ecco, dopo la chiacchierata con Ian mi metto a cercare la mia bici, la trovo, ci salgo sopra.
Ma già dalle prime pedalate capisco che non è più lei.
I freni sono dritti, e funzionano, le ruote sono gonfie, in cestino è più saldo, sono molto, molto più veloce.
E mi sono ritrovata contro il sole al tramonto, una leggera brezza fredda ma nemmeno poi tanto, immersa nel profumo di primavera.
senza volere ho alzato entrambe le mani dal manubrio e ho scoperto che qui, in Cina, ho finalmente trovato il mio equilibrio interno.

giovedì 5 marzo 2009

routine

la vita della massaia è davvero dura.
E non mi dite che non è un lavoro!
certo, i soldi non sono miei ma che centra.
Ogni giorno un problema. E l'elettricità, e l'acqua, e le pulizie, la lavatrice, cosa cucinare pranzo, la spesa, gli sconti...controllare le date di scadenza.
tra l'altro qui la data non è di scadenza ma di produzione ed è tanto difficile trovala(la mimetizzano con colori cupi, la nascondono dietro le infomazioni nutrizionali, tra il numero verde e il marchio di fabbrica), quanto inutile. Chi si fida di una data di produzione cinese?
Quando credi di poter stare tranquilla ecco che invece c'è una nuova cosa da fare, una responsabilità da prendersi, una dimenticanza che pesa.
Sì, lo ammetto, a volte rimpiango la casa con la mamma. E' forse vergognoso dirlo? Può darsi. Dovrei in effetti soltanto tirare avanti, come un cavallo da soma, sotto il peso dei giorni, come fanno tutti. Tutti, diamine.
In classe mia ci sono persone che vanno in giro per il mondo da quando hanno 18 anni, un mio amico svedese mi ha detto che da loro li sbattono fuori di casa dopo il diploma e durante l'università studiano e lavorano contemporaneamente. Tutti, diamine.
E anche in Israele.
Solo nella Repubblica slovacca, a quanto pare, ci si gira i pollici.
Ma per fortuna, oltre a queste storie di vita VERA, senza balia che ti accompagna fino alla soglia della vecchiaia (viva l'italia), ne ho anche sentite altre. Da prendere a schiaffi chi apriva bocca per raccontarle.
E devo dire che non è una questione di nazionalità: gli imbecilli provengono da tutte le parti del mondo.
A quanti ho domandato: ma tu perchè sei qui? che intendi fare poi?
e mi sono sentita rispondere: boh, mi piaceva il cinese, ma non so che fare poi. Tanto pagano i miei.ahahah.

(no, stronzo,non fa ridere.)
Sarà che io mi sento incolpa di essere una mantenuta...ma è anche vero che ho 22 anni. E comunque, anche se sono mantenuta non vado certo in giro a dire che tanto chissenefrega, quel ce verrà verrà..come se la vita fosse eterna e i genitori un bancomat.
I peggiori sono stati uno slovacco che è stato capace di dire una cosa tipo:
- si io sono qui da due anni, mi mantengono i miei. poi non so...vorrei andare da qualche altra parte, girare un pò il mondo..-
- ah, e come mai?
- per studiare..
- studiare cosa
- non lo so!
(avrà avuto 26 anni, circa)
- ma lavorare no, eh?
- no, sono giovane per quello...
per non parlare di un americano che ha detto:
- no io sto qua alla BLCU un altro anno, poi vado alla Qinghua..
- ah, bravo, università prestigiosa.. e come mai?
- boh, perchè è migliore.
- beh certo...ma cosa studieresti?
- boh.
Non ho parole. Vado a fare la lavatrice.

lunedì 2 marzo 2009

I venditori ambulanti

Il mestiere di venditore ambulante qui è ricoperto esclusivamente da cinesi. in particolar mododa membri di minoranze etniche. Puoi vedere i musulmani coi loro cappellini bianchi vendere frittelle di verdure, e donne uigure sedute per le strade distendere grossi tappeti variopinti, su cui poi disporranno le loro cianfrusaglie (orecchini, pettini, bracciali).
Si possono anche vedere cinesi comuni, poveri, coi carretti di legno, che portano qua e là montagne di frutta (un solo frutto alla volta...).
C'è stato il tempo delle arance, poi quello delle banane, adesso è venuto il momento dell'ananas tagluizzato in maniera eccentrica
Il cinese comune si dedica anche alla vendita della patata dolce e a quella di oggettistica da cucina-tazze, tazzine, teiere, cucchiai da tè-e pelletteria -che tristezza.
Ho visto vendere per strada anche un sacco di cuccioli, coniglietti, ma la cosa più triste è stata vedere un topolino bianco chiuso in una ruota, girare girare all'infinito.
Vi direte: embè? i topi corrono sulla ruota, si sa.
Va bene, certo, ma quel topo aveva solo quella. Era letteramelmente ingabbiato in una ruota. O correva o nulla, nessun tipo di distrazione, solo girare e girare.

domenica 1 marzo 2009

Il 北三医院

Sono tornata a casa con tutta l'intenzione di scrivere un post divertentissimo sugli ospedali e la sanità cinese, ma ora che sono qui non trovo più nulla di divertente da dire.
prima di tutto c'è da fare una premessa:
mamma sto bene. Mi è solo uscito un pò di sangue dall'orecchio, ma ci sento e ho le medicine. Non avere ansie.
E ora posso cominciare col racconto.

Con Manuela sono andata all'ospedale del campus, reparto emergenze. Ovviamente privo di personale, c'era solo una cinese scocciatissima che ci ha detto di andare al Beisan 北三, ovvero prendere il bus e avventurarsi in un nuovo ospedale.
Noi abbiamo seguito le sue istruzioni e siamo arrivate al reparto emergenze di questo ospedale, un reparto tanto caotico quanto anti-igienico.
Malati dappertutto, barelle, vecchi, sedie a rotelle e tizi in mascherina ovunque.
Dopo le solite burocrazie mi mandano in una stanzetta dove un dottorino mi guarda nell'orecchio e mi dice che non è seria, mi prescrive delle gocce. E poi di nuovo in una stanza minuscola a pagare, quasi calpestando una miriade di persone negli stretti corridoi.

Ora mi metto le gocce.
Sono piuttosto perplessa-.