giovedì 23 aprile 2009

piove

Pechino ha questa brutta abitudine, mi imbroglia.
Non dovrebbe piovere, in teoria, ma oggi non solo piove, fa anche un freddo cane.
Diciamo che il clima rispecchia anche il mio stato d'animo interiore, diciamo che non può esser sempre tutto rose e fiori e che una rondine non fa primavera.
Ma la primavera si è dileguata in fretta, trascinando con sè un bel periodo spensierato. Iniziano gli esami, la gente se ne va, altra viene.
Le cose cambiano, non necessariamente in peggio, anzi. Aspetto la venuta del mio principe azzurro, che mi salverà. E poi quella della mia mamma.
Non vedo l'ora di avere un assaggio di famiglia, di casa.

martedì 14 aprile 2009

oibò

Mentre ero felicemente stesa sul letto, ho deciso di aprire un pò le tende per far entrare la brezza primaverile.

Scosto la tenda, per l'appunto, e questa mi crolla sul letto, a dieci centimetri dalla testa. Ma mica solo la tenda, proprio tutta la struttura. Che rischio!

allora chiamo il tizio dell'agenzia, e accorre uno nuovo, bassetto, che era già passato il giorno prima.

Era infatti entrato, senza nemmeno bussare (l'unica volta che mi sono scordata di chiudere a chiavi la porta d'ingresso), urlando nomi a caso, rivolto probabilmente al mio compagno di stanza fantasma. Si era fiondato sulla sua porta, e vedendomi uscire dalla stanza preoccupata ha saputo solo fare una faccia perplessa e chiedermi

- ma Abu c'è o no?

(Abu sarebbe il mio compagno di stanza, si chiama come la scimmia di Aladin)

e io

- ma che ne so

e lui, senza parlare, sempre indignato, fa per andarsene. allora gli avevo chiesto chi diamine fosse e lui mi dice che è uno dell'agenzia. Poi si era guardato attorno, aveva visto il milione mezzo di birre vuote sul pavimento e, stupito, mi aveva chiesto
- ma chi le ha bevute?-
Imbarazzata mi sono subito giustificata. no, ehm, sono il risultato di un mese di cene, feste...cose così. Mi ha guardato perplesso e si è dileguato, non prima di consigliarmi di ciudere la porta a chiave.

Shockata mi sono ritirata nelle mie stanze. il giorno dopo per l'appunto mi è crollata la tenda addosso e alla fine il mio soccorritore è stato lo stesso cinese basso e perplesso.
E' entrato nella mia stanza, guardando con schifo il disordine, è poi salito sulla scrivania con tutte le scarpe, senza dire ne a nè ba. e si è messo a toccare il vuoto lasciato dalla fu tenda.
E allora? Niente, chiamiamo gli operai
Nel frattempo comincia a prendere tutti gli oggetti dalla scrivania e li sposta qua e là e poi prende la bottiglia d'acqua, con giusto l'ultimo sorso che mi stavo conservando da ore per i momenti di sete acuta (si, sono troppo pigra per vivere) e ME LA BUTTA NELLA SPAZZATURA!
e io li dico
OH
ma guarda te
gli ho levato le cose di mano e le ho buttate sul letto.
Poi sono andata in cucina perchè mi ha chiesto le bacchette e mi ha seguito e si è messo a guardare il lavandino coi piatti sporchi ed è rimasto disgustato
- è sporco- ha detto.
Mio dio, un cinese che dice una cosa del genere, mi devo solo buttare dal balcone.

Alla fine, comunque, la tenda è stata riparata e tutto è bene quel che finisce bene.

Amen

(la casa fa ancora schifo, è una questione di stile)

lunedì 13 aprile 2009

pollini

tendenzialmente, tutto è finto, artificiale.
Il latte sa di plastica, le mele di erba, i vestiti si scuciono se ci soffi sopra, le scarpe puzzano solo a guardarle.
Perfino i fenomeni atmosferici sono finti. L'ultima neve, per esempio, pare essere stata l'effetto del bombardamento delle nuvole, perchè la siccità nelle campagne stava creando problemi troppo seri.
E il polline
che ormai da giorni aleggia nell'aria
forma palle bianche che girano e saltellano, dietro ogni angolo. Penetrano ovunque e sconvolgono allegramente il grigiore quotidiano. Il polline, è finto anche lui?
suppongo di no.
I giardini del campus sono tornati verdissimi, gli animali sono sempre più numerosi e rumorosi, diventa ogni giorno più difficile concentrarsi e non voltare la testa verso il verde lussureggiante, con l'annaffiatore automatico che gira e gira e le gazza ladre che si fanno bagnare e si scuotono.

mercoledì 8 aprile 2009

città

il vento soffia dalla finestra, il rumore delle macchine mi proietta in strada, tra i flussi di gente che va e viene.
Ogni automobile, perfettamente anonima, perfettamente nella norma, ogni essere vivente coi suoi capelli neri, ben tagliati o lunghi fino all'inverosimile.
Le luci dei grattacieli illuminano anche la bettola più misera,e i lampioni alti, i fari delle automobili
illuminano le strade grigie, si riflettono negli occhiali dei passanti, nelle pozzanghere fangose.
Agli incroci si affolla la gente, ragazzini e ragazzine in uniforme, con i baffetti appena accennati, che non si trasformeranno mai in vera barba, e con quei capelli castano chiaro, tinti, per sembrare diversi.
Le mamme in bici coi bimbi che penzolano dal seggiolino e centinaia di venditori ambulanti che, come tartarughe, si
portano dietro tutta la loro vita, e la spingono con quelle gambine magre, nervose, scure.
I volti vecchi,bruciati dal sole, o giovani, delicati e bianchissimi, protetti da stupidi cappelli a falda spessa, o da ombrelli spalancati senza pioggia, si scambiano, si sovrappongono, corrono e scompaiono dietro qualcos altro.
Fermi per qualche minuto a quel semaforo che nessuno rispetta, nemmeno i bus, e poi via.
Tutti attaccati, a sfiorarsi senza interesse o voglia, come se fosse normale questo ignorarsi, questo scontrarsi, questo morire poco a poco affogati nel grigio dello smog
nell'alcool dei pub il sabato sera,col vomito sulle strade, che tanto qualcuno pulirà tra meno di un'ora.
Ogni persona ne ha almeno tre, dietro, che lo seguono per pulire la sua merda, ed ecco che il cerchio si completa
e la dignità si riconferma, ancora una volta, nelle cose più inaspettate.
Come raccogliere una buccia di banana.

Oggi mentre mi immettevo nel flusso, passivamente, e mi fidavo, e mi fiderei ad occhi chiusi di ognuno di questi
esseri mitologici metà uomo metà bicicletta, ho alzato gli occhi al tramonto.una folata d'aria tiepida mi ha ricordato chi sono, da dove vengo, e perchè dovrei essere felice.ma poi è andata via, da qualcuno che forse lo meritava di piùe io sono rimasta incastrata tra un bus e un carretto pieno di manghi.

martedì 7 aprile 2009

un miliardo e quattrocento milioni di persone

ed erano tutte all'orto botanico, l'altra domenica, con noi, a saturare lo spazio.

ma ce l'abbiamo fatta, le pecore si muovono sempre in massa, e abbiamo solo dovuto aspettare.