giovedì 18 settembre 2008

me VS i cinesi (atto I)

Probabilmente ciò accade in tutti i paesi.
In effetti in Italia mi è capitato più di una volta di chiedermi "ma perchè l'impiegato pubblico non è in grado di ragionare?"
D'altronde quando ti accade in Cina, risulta particolarmente urticante.
L'idea, per esempio, che per fare, chessò, un visto, ogni carta debba passare nell mani di sette persone differenti e che senza il timbro della terza, arrivato all'ultima si deve ricominciare da capo....beh, mi snerva.
Ma la cosa che più mi snerva è la faccia di marmo inespressiva di certe impiegate che solo perchè sanno duedicodue parole di inglese si credono il Buddha amithaba. Con quella faccia sono capaci di dirti (e non dirti) qualunque cosa. E di solito ripetono:
- non fare domande, fai come dico io o non fai-
Quando mi ha detto o firmi o te ne vai mi è sembrato di essere proiettata in uno di quei racconti che ti fanni studiare a letterature cinese III,ambientati durante la Rivoluzione Culturale. per un attimo ho temuto veramente la deportazione nelle campagne.
Non potevo fare alcuna domanda, le mie domande la snervavano e soprattutto deviavano dal discorso principale. Molti cinesi vivono coi paraocchi.
Ora, a parte tutto, la burocrazia è più o meno così ovunque...ma ho notato che i cinesi in quanto a inventiva scarseggiano assai.
For example
in classe spesso ripetiamo a memoria, chi devia dalla frase del libro non sempre è bene accetto...
per non parlare del mio amico cinese con cui faccio "language exchange"
ogni volta mi porta il suo grazioso libricino delle elementari..e guai a chiedergli cose che non sono nel testo. Non si arrabbia, nè entra nel panico. Semplicemente non risponde e continua a ripetere le frasi del libro.
Come along my little duckling
Non sa dire quanti anni ha, ma di certo sa dire paperotto.

1 commento:

noema ha detto...

sa dire anche qua qua? insegnaglielo