mercoledì 26 novembre 2008

sera

北京欢迎你
Beijing ti da il benvenuto

questo mi hanno cantanto i lavoratori, mezzi fuori il tombino, mezzi dentro, avvolti nei loro cappottoni verde deprimente.
Ma loro erano allegri, all'una di notte, a scavare nel tombino di fronte casa mia, e a vedermi scendere dal taxi mi hanno accolto così. Cantando.

sono stata felice.
e tral'altro oggi in cielo si vedevano anche le stelle.

venerdì 21 novembre 2008

me VS i cinesi (atto III)

I Cinesi non la faranno franca, mai.
E questo è il punto di partenza per ogni discussione.
Il punto di arrivo, probabilmente, è l'esatto opposto.
Fattostè che nonostante i plurimi e reiterati tentativi di imbrogliare la sottoscritta, essi non l'hanno sempre avuta vinta.
Ma parliamo delle volte che, invece, l'hanno avuta vinta, che sono di gran lunga le più divertenti.

Come per esempio quella splendida mattina nebbiosa a Luoyang...
Dopo lunghi minuti d'incertezza mi ero finalmente decisa a comprare due bei biglietti del bus, tratta Luoyang-Xian perchè la cosa sembrava conveniente. Tempo previsto 4h, due ore in meno del treno, partenza prevista: 9.30 ,stessa ora del treno. Tra l'altro avevo parlato con le mie amiche che mi avevano garantito che il bus magar sì è un pò più costoso ma è comunque comodo e più veloce.
Suvvia! vada per il bus!
sul biglietto era addirittura scritto "partenza: 9.00". Ci rechiamo dunque in netto anticipo alla postazione dei bus, che più che un parcheggio mi ricorda tanto una bisca clandestina o un cub per soli uomini.
Facce losche ovunque, uomini che fumano in silenzio le loro sigarette puzzolenti, in gruppetti di cinque sei.. Ogni tanto scatarrano.
- mi scusi, per Xian?
il tipo mi guarda con sorriso di scherno (sarà solo il primo dei sorrisi di scherno)
- si è qui, è qui-
saliamo sul bus. passano i minuti, le mezzore, e di partenza neanche l'ombra. Il bus si affolla di uomini, donne e un bambino che, tipo scimmia, si appende ad ogni sedia, ad ogni appiglio possibile, e urla contro il nonno (che tra l'altro ride)insulti e parole incomprensibili.
La gente si ammassa anche sotto al bus, il gruppo di uominichefumano si infoltisce. Tutti in silenzio, ad osservare un punto lontano, immersi in chissà quale pensiero, faccenda importantissima. Si, ma che aspettiamo? Dov'è l'autista? PErchè non si parte?
In maniera molto costumata mi accingo a chiedere a quello che pareva essere l'autista a che ora è in programma di partire, ma il tizio seduto al volante sorride e lo va a chiedere di sotto, a uno del gruppo di uominichefumano. Tutti rispondono all'unisono che fra mezzora si parte. Ma sono già le dieci.
Mi arrabbio, povera occidentale, perchè sul biglietto c'è scritto le 9, perchè la partenza è stata rimandata alle 10? Nessuno mi risponde, ridono. Uno prende il mio biglietto e mi fa "è sbagliato"
come sbagliato?
vado alla biglietteria, dalla biglietteria mi mandano da una tipa in divisa che a sua volta mi accompagna da un altro in divisa che mi riporta dal gruppo di fumatori. Timidamente, col mio biglietto tra le dita, al gruppo di uominichefumano chiede "perchè non partite se la partenza era alle 9?" QUelli ridono, gli danno pacche sulle spalle, dicono mezze frasi a bassa voce e io capisco: non c'è nulla da fare.
Imbestialita risalgo sul bus e cerco di calmarmi. Non tanto il ritardo, che alla fine ci può sempre stare, ma la totale assenza di rispetto per il cliente (per non parlare del maschilismo, ma ok, lasciamo stare..)questo mi ha lasciata perplessa. Era chiaro che non ci trovavamo a BEijing.
Alla fine siamo partiti alle 11, ma solo dopo aver caricato due o tre passanti dalla strada, perchè a quanto pare così si fa qui in Cina.
Tutto ciò mi ha fatto sì imparare che non c'è da fidarsi degli orari dei bus,nè tantomento dei loro autisti, ma mi ha fatto anche toccare con mano quanto la Cina sia davvero un paese anarchico.
altro che comunismo, qui tutti fanno un pò come cazzo gli pare.

(a breve su questo stesso blog: il tour organizzato alla Grande Muraglia. Non perdetevi l'ennesima fregatura presa dalla sottoscritta)

mercoledì 19 novembre 2008

sono malata

sto a pezzi. la stessa malattia che mi è venuta 2 volte in italia ecco che si ripropone in cina.
influenza di stomaco...bah.
speriamo passi presto.

venerdì 14 novembre 2008

Riflessioni

La Cina è un paese pieno di contraddizioni.
E fin qui ci siamo tutti.
Televisione giornali libri più o meno vecchi, studi più o meno approfonditi, tutti dicono la medesima cosa.
Ma io non parlo e non posso permettermi di parlare di grandi fenomeni, di economia, di slittamento culturale e cose di questo tipo, posso solo parlare della mia vita di tutti i giorni, della vita di uno studente straniero in una Beijing carica di aspettative, puntata verso il cielo, pronta ad esplodere in mille luci saettanti.
E' davvero così, come dicono?
Di certo guardare le cose con un minimo di distacco a volte aiuta, quindi il mio viaggio a Luoyang e Xian è servito, oltre a staccare un pò dalla vita pechinese, dallo studio e dallo stress, anche a disegnare con più precisione i contorni della mia città d'adozione.
uscita dal torrente per un secondo ho guardato i pesci saltellare contenti e ho visto la corrente portare tutto più lontano.
Nella stazionedi Xian, in partenza per Beijing, una ragazza della mia stessa età ha attaccato bottone. Si parlava di prezzi, di aumenti, di Olimpiadi e di apertura all'occidente.
Io le ho fatto vedere la mia giacca, comprata per 80 kuai, e mi sono lamentata del prezzo eccessivo: i venditori di Pechino non contrattano più come una volta, sotto un certo prezzo non scendono più. E sono sempr prezzi più che dignitosi, è diventato difficile fare un vero affare.
La ragazza mi ha subito detto che 80 kuai sono tanti, ma, per essere Pechino, sono davvero pochi. oramai la capitale è sbocciata, è passata di livello, è diventata un punto di arrivo, un obiettivo per tutto il resto della cina. Per tutti gli altri vagoni del treno. Quella ragazza era stata a Pechino solo una volta e non faceva altro che lodarne la bellezz, la pulizia, la qualità della vita.
A Luoyang invece si parlava col tassista, di Luoyang, di cibo, di Cina, d turismo eccetera
lui mi confessa che non è mai stato a Beijing. Me lo dice in modo strano, su mia richiesta, e poi cambia subito argomento. Gli chiedo se per caso trova che Beijing sia troppo lontana e lui dice no, sono solo 10 ore di treno, la distanza geografica non è poi così tanta.
E in fatti la questione non è nemmeno più la distanza geografica, ma quella culturale.
beijing è davvero troppo diversa, troppo "chic" su certe cose, troppo pragmatica e moderna su altre. Ma nonostante tutto il rispetto per questa città non ha niente a che vedere con lo spavento, con il distacco che alcuni sembrano avere per Shanghai. Non che esistano solo queste due città (tral'altro proprio Xian sta inseguendo Beijing in unalotta all'ultmo sangue, a colpi di turismo, restauro ed edilizia), ma per quanto riguarda la corsa verso l'eccellenza, verso la modernità e l'avanguardia, Beijing e Shanghai sono decisamente in prima linea.
Ma quello che penso io è che Beijing, al contrario di Shanghai, continui a tenere saldamente due piedi in una scarpa. Da una parte la tradizione, la cinesità, la cultura, dall'altra il fermento, la corsa verso l'esterno, la distruzione del passato.
La famosa contraddizione di cui tutti parlano, in questi termini o in termini più precisi.
Camminando per il mio bel quartierino studentesco, con i miei soldi in banca a rassicurarmi, mi guardo attorno nella foschia inquinata. Mi bevo la mia birra costosa in pub, mi compro il mio maglioncino a prezzi che i venditori ormai non traggono più alcun vantaggio a contrattare.
se vado in centro c'è Tiananmen, se mi muovo un pò in giro trovo orde di cinesi che tentano di parlarmi in inglese per impararlo. In stazione, in metro, tutto è così ordinato e ben organizzato da dare un certo senso di soggezione.
Eppure tutto ciò non mi era così chiaro prima di arrivare a Luoyang, percorrere le sue strade buie, il suo smog senza speranza.
Una città sporca, disperata, che si arrampica sui suoi grattacieli grigi per respirare un pò di cielo.
Forse ho sbagliato, si sarebbe dovuti andare a maggio quando i fiori sbocciano ovunque (uoyang è famosa per i suoi Mudan, fiori bellissimi e multicolori), ma comunque non è poi così importate.
Siamo andati poco fuori lLuoyang, a Longmen, a vedere le grotte di Buddha scolpiti nella pietra. Ne è valsa la pena, davvero. E anche il mercato notturno,di cibi di ogni tipo, di spiedini speziatissimi.
Le strade erano buie per chilometri e di polizia nemmeno l'ombra.
Qui a Pechino c'è un poliziotto sotto ogni palazzo.

giovedì 13 novembre 2008

Mi gira la testa

e un pò anche tutto il resto.

mercoledì 5 novembre 2008

Obama presidente!

Approfittando che ho un pà di tempo scriverò poche righe.
Sono stati giorni intensi (ma non lo sono sempre? a quanto pare no)..
Ho avuto gli esami, ben 5. 1 Grammatica (scritto), 2 grammatica (orale), 3 ascolto, 4 discussione di topic da soli e in coppia, 5 lettura, comprensione del testoe scrittura.
I risultati sono stati alcuni previsti, altri totalmente inaspettati (ma a pensarci abbastanza prevedibili). Per esempio ho preso 99.5 all'esame di lettura, comprensione del testo e scrittura. Beh...almeno tre anni di università a qualcosa devono pur essere serviti, no?
anche l'ascolto è andato bene, al contrario delle aspettative disastrose.
Comunque poco importa, ormai è andata!
Stasera si parte per Luoyang, seconda tappa Xian.
Vi farò sapere.