mercoledì 16 settembre 2009

La bicicletta

Probabilmente la mia libertà è legata a una bicicletta.



Estate 2004

mi sentivo così libera con l'aria fredda della notte che mi soffiava tra i capelli, e non si vedeva nulla. Voglio trovare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l'ha.

Urlavamo verso il molo e le stelle.Mi sentivo libera, certo, col vuoto davanti, per nulla spaventata. Finito il liceo, non avevo nemmeno la più pallida idea di cosa avrei fatto e sapevo che sarebbe stata la mia ultima estate senza un briciolo di responsabilità.

Probabilmente ero più incosciente per altro.



Primavera 2009

sulla mia bici scassata, che nessuno ha mai considerato decente tranne me. Era più che decente.

Mi aspettava fuori la scuola, il dormitorio, la metro, casa di Tirza, il McDonalds, fuori il supermarket, la biglietteria, gli hotel. C'era sempre prima e dopo ogni cosa.

Ma soprattutto c'era la mattina alle 5, quando mi ritiravo a casa dopo una notte un pò troppo lunga, distrutta, sperando solo che la strada sotto di me fosse veloce, che durasse niente
non c'era nessuno.

tranne gli operai coi caschi gialli che andavano a lavoro cantando vecchie canzoni, gli uccelli e i vari gatti, nel campus. E fuori solo taxi e carretti stracarichi di roba.

Il ponte e poi il palazzo, mi trascinavo la bici per la rampa di accesso, fin dentro l'ascensore. Non sapevo se al custode dovevo dire buongiorno o buonanotte, solitamente gli sorridevo e lui mi sorrideva in risposta.

Infine a casa, nel letto. Poi il buio.
Libertà, stanchezza e una bicicletta.

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