venerdì 5 giugno 2009

post censurato con escamotage

nonostante la censura, ecco che pubblico ancora, con un escamotage.


in realt‡ non ricordo nemmeno dove sono finita, in Mongolia.
Diciamo che per ora aprirÚ una parentesi e con una prolessi, per dirla tecnicamente, canterÚ dell'arrivo di mia madre a Pechino.

laddove madre Ë un termine comprensivo di Antonio, Carlomanzo e Mimmino.
Gi‡ a dirla cosÏ sembra una puntata dei Simpson.

Come era gi‡ stato previsto, la mia mamma ha sconvolto la Cina. O meglio, credo che abbia sconvolto gran parte dei cinesi che si sono ritrovati sul suo cammino. Il che per loro in realt‡ non Ë stato nemmeno un male dato che lasciavano mance ad ogni piË sospinto, guardandosi attorno e chiedendosi l'un l'altro se fosse il caso di lasciare mance.

ma cominciamo dal principio, che non Ë il loro arrivo a Pechino, ma il loro approdo a Shanghai, di cui potremmo mostrare almeno un migliaio di diapositive, ma non lo faremo.
La quotidianit‡ Shanghaiese si svolgeva tra ristoranti di lusso e grattacieli, prezzi stratosferici e vita da gran signori.
Arrivati qui a Pechino purtroppo i livelli si sono dovuti abbassare e non poco.
A vedere la stanza che avevo prenotato per loro, che pure non era male, un moto di disgusto li ha costretti a prendere una stanza "un pÚ meglio", o che almeno non odorasse di muffa. Quanti vizi questi shanghaiesi.



La vita pechinese si Ë svolta tra templi, giardini, piazze, e KFC, meglio conosciuto come JFK.
l'ottanta percento del tempo perÚ, credo di poter affermare in maniera piuttosto verosimile, si Ë svolto nei taxi "che tanto costano poco", e quindi giammai una metro, se non una volta. ma rischiando di svenire dallo sforzo.
e meno male che mia madre s'era tanto raccomandata che voleva un albergo vicino alla metro, ma credo pi˘ per fare scena che per altro.

le esperienze comuni sono state piuttosto culinarie. In effetti non ho avuto il coraggio e la pazienza di accompagnarli per i templi, i giardini, le piazze e i JFK. Mi sono limitata a scortarli per pranzi, cene e shopping, e sono spesso andata a trovarli in albergo, incrociando ogni volta una quantit‡ spropositata di neri, tutti provenienti dal Mali.

e qui aprirei un'interessante parentesi sui pranzi e le cene, dato che non mi Ë assolutamente possibile aprirla sul Mali.
Forse alcuni sosterranno che la mia guida Ë stata inutile, ma io ovviamente tirerÚ acqua al mio mulino sottolineando che, a parte l'erronea ordinazione del polmone di maiale da lanciare nell'hot pot, non Ë stata colpa mia!
per esempio, le frattaglie di pollo chi le ha ordinate?
invece devo dire che al giapponese sono stata artefice della nascita di un amore tra mimmino e il sushi, cosa di cui potrÚ andare fiera per il resto dei miei giorni.
Vado un pÚ meno fiera perÚ dell'amore nato tra mia madre e l'anguilla, ma questa Ë un'altra storia.

ma che dire dello splendido gesto di rottura fra mimmino e il bicchiere? un litigio che ci (gli) costÚ carissimo, ben 5 euro.
e che dire dell'errore mai volontario di carlomanzo che cancellÚ tutte le MERAVIGLIOSE e oserei dire STORICAMENTE INDISPENSABILI fotografie dalla scheda della macchina fotografica?

e i maledetti tassisti che fingevano di non capire, di essere sordi, di avere disturbi maniaco-depressivi pur di non portarci a casa mia?

per quanto riguarda gli acquisti, mi stanco solo al pensiero di mia madre, eterna indecisa, che girava come un cane cieco, in direzione di un fantomatico regalo per la qualunque.
siamo arrivati a un punto che mentre si discuteva il prezzo di una camicia lei fosse gi‡ tre negozi pi˘ avanti a chiedersi se forse fosse giusto regalare una camicia e non un copricuscino e un piatto.
se fosse stato per lei avremmo dovuto montare una tenda lÏ e accendere un fuoco da alimentare con bacchette e pennelli. ma ci scommetto che nemmeno quelli fossero di legno.
a suon di insulti siamo perÚ riusciti a sbrigarcela, con antonio che parlava ai cinesi in perfetto napoletano e quelli, ovviamente, capivano.

Mia madre Ë riuscita poi, in corner, a comprare per se stessa due paia di scarpe. Antonio, invece, un cappello da uomo misterioso e un pÚ vecchio (ricorderÚ a questo punto che la mia amica Manuela gli dette del lei, dopo aver dato del tu a chiunque, perfino a mia madre).


il mio compleanno ha visto carlomanzo arrendersi ad una malattia immaginaria, detta anche pigrite, e i poveri mamma antonio e mimmino sotto le fatiche di una casa che era un cumulo di polvere e bottiglie.
per una serata Ë addirittura sembrata una casa di gente civile.



insomma, ne sono successe di cose, in quel di Pechino, che seppur non lussuosa e ricca come Shanghai, ha offerto alla piccola rappresentanza della motorizzazione uno scorcio di accogliente Cina.

a meno che carlo e mimmino non decidano per la separazione consensuale, siete e sarete sempre i benvenuti!

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