mercoledì 8 aprile 2009

città

il vento soffia dalla finestra, il rumore delle macchine mi proietta in strada, tra i flussi di gente che va e viene.
Ogni automobile, perfettamente anonima, perfettamente nella norma, ogni essere vivente coi suoi capelli neri, ben tagliati o lunghi fino all'inverosimile.
Le luci dei grattacieli illuminano anche la bettola più misera,e i lampioni alti, i fari delle automobili
illuminano le strade grigie, si riflettono negli occhiali dei passanti, nelle pozzanghere fangose.
Agli incroci si affolla la gente, ragazzini e ragazzine in uniforme, con i baffetti appena accennati, che non si trasformeranno mai in vera barba, e con quei capelli castano chiaro, tinti, per sembrare diversi.
Le mamme in bici coi bimbi che penzolano dal seggiolino e centinaia di venditori ambulanti che, come tartarughe, si
portano dietro tutta la loro vita, e la spingono con quelle gambine magre, nervose, scure.
I volti vecchi,bruciati dal sole, o giovani, delicati e bianchissimi, protetti da stupidi cappelli a falda spessa, o da ombrelli spalancati senza pioggia, si scambiano, si sovrappongono, corrono e scompaiono dietro qualcos altro.
Fermi per qualche minuto a quel semaforo che nessuno rispetta, nemmeno i bus, e poi via.
Tutti attaccati, a sfiorarsi senza interesse o voglia, come se fosse normale questo ignorarsi, questo scontrarsi, questo morire poco a poco affogati nel grigio dello smog
nell'alcool dei pub il sabato sera,col vomito sulle strade, che tanto qualcuno pulirà tra meno di un'ora.
Ogni persona ne ha almeno tre, dietro, che lo seguono per pulire la sua merda, ed ecco che il cerchio si completa
e la dignità si riconferma, ancora una volta, nelle cose più inaspettate.
Come raccogliere una buccia di banana.

Oggi mentre mi immettevo nel flusso, passivamente, e mi fidavo, e mi fiderei ad occhi chiusi di ognuno di questi
esseri mitologici metà uomo metà bicicletta, ho alzato gli occhi al tramonto.una folata d'aria tiepida mi ha ricordato chi sono, da dove vengo, e perchè dovrei essere felice.ma poi è andata via, da qualcuno che forse lo meritava di piùe io sono rimasta incastrata tra un bus e un carretto pieno di manghi.

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