sabato 10 gennaio 2009

Grande Muraglia Tre - il ritorno della pietanza maledetta-

Eravamo rimasti con i nostri eroi saliti al volo sul bus diretto alle Tombe Ming.

Prima, però, bisognava andare a mangiare (erano già le 11!), per cui prossima tappa: un posto dove mangiare.

Dopo una decina di minuti di ininterrotto monologo da parte della guida, arriviamo in un parcheggio. Insieme a noi altri tre o quattro bus e un bel pò di gente.

Ma che posto è?
Marco non fa nemmeno in tempo a dire "ho letto che a volte capita che ti portano in posti in cui ti costringono a vedere mille stronzate, per farti comprare cose inutili", che scopriamo che eravamo capitati proprio in quel tipo di tour.

Eccoci dunque in fila in un negozio di giade.
con tanto di cinesi accaniti in acquisti folli, fidanzate con gli occhi brillanti, manco fossero capitate in paradiso, che indicavano qualunque tipo di oggetto in giada, fidanzati sull'orlo del suicidio, gruppi di vecchietti concentratissimi, con colli allungati, per vedere meglio all'interno delle vetrine.
Noi quattro invece giravamo incurositi e perplessi tra i vari banconi, attratti soprattutto per le forme di animali strambi.

Ma per mangiare come funziona?

usciamo dal budello infernale e ci arrampichiamo per le scale, passando per corridoi ornati di culi e zampe di cervo, portafortuna raccapriccianti.
Infine accediamo ad una sala grandissima, con almeno una trentina di tavoli apparecchiati, ognuno con almeno 10 persone masticanti e urlanti e una serie di cameriere annoiate che portavano in giro carrelli molto simili a quelli dell'ospedale.

Questo

è

il pranzo?

Ci dicono di accomodarci, ci piazzano in un tavolo a caso, con altri sei cinesi sconosciuti e ci buttano sul tavolo piatti che dovevano risalire all'epoca Qing.
Se non ricordo male:

- qualche erba con carne tipo prociutto ma gommoso

- qualche alga

- cipolle

- zuppa con qualcosa tipo pasta

- un pesce

- riso e baozi

(il baozi è il loro panino, cotto al vapore)

non ricordo altro.
Ovviamente essendoci un solo pesce tutti puntavano al pesce, ma era davvero arduo arrivarvici.
Prima di tutto non bisogna dimenticare l'inconveniente delle bacchette, che rendono qualsiasi pasto una sfida contro il cibo. E poi, di per sè, il pesce non è facile da gestire.
In questo sono stata fortunata perchè Marco ha lottato per me e sono riuscita a mangiare due bei pezzetti di pesce saporito. Lui invece s'è beccato le spine.
Alla fine del pasto ovviamente i polacchi erano felici e sorridenti, noi avevamo ancora fame quindi ci siamo presi un baozi da portarci dietro.
Poi ci fu la pausa gabinetto. Ma questa ve la evito. Non ho mai visto un bagno del genere, tra l'altro senza porte.
Si sale sul pulman diretti alle Tombe Ming.

No?

No.

certo che no!

ci toccava ancora

il negozio di prodotti tradizionali di Pechino, con tanto di anatre alla pechinese in buste di alluminio, caramelle varie e alcool.

E i cinesi tutti belli e soddisfatti che compravano e compravano 5 ma no che dico 6 anatre da cucinare a casa.

Devo dire che qui anche Marco è caduto in tentazione, si era quasi fatto convincere a comprare caramelle e dolci, ma sono riuscita a farlo tornare sulla retta via.

E' poi stata la volta dell'ospedale di medicina tradizionale cinese. A quel punto eravamo stanchi sul serio e non abbiamo seguito il nostro stupido gruppo (e anche i polacchi stavolta!) nell'aula dove si doveva assistere ad una spiegazione dei vantaggi della medicina cinese e, ovviamente, dell'acquisto di tonnellate di erbe.

Siamo rimasti fuori, in un aiuola, stanchi e senza nemmeno la forza di lamentarci.
Ad un tratto due ragazzi, spuntati da chissà dove, ci spiegano la loro triste storia.
Loro volevano solo andare alla Grande Muraglia e si erano ritrovati coinvolti nel tour infernale.

Proprio come noi! Ma loro sembrano ancora più disperati. Forse avevano pagato un sacco di soldi.



Quando il gruppo è uscito dall'ospedale, siamo finalmente ripartiti.
Tombe Ming, du palle.

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